A Camogli la manifestazione contro la rimozione dello striscione per Giulio Regeni. Il messaggio della famiglia

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Manifestazione a Camogli per chiedere al sindaco: di rimettere  lo striscione per Giulio Regeni con un messaggio dei genitori del giovane ricercatore torturato e ucciso in Egitto. Alla manifestazione di protesta hanno partecipato oltre trecento persone. Lo striscione era stato rimosso sei giorni fa dal sindaco della cittadina, Giovanni Anelli, appena eletto, perché ritenuto “divisivo”. Nel corso del sit in è stato letto un toccante messaggio inviato dall’avvocato Alessandra Ballerini per conto della famiglia Regeni. Lo riportiamo di seguito:

“Un caloroso saluto, ai Cittadini e agli abitanti di Camogli! Vogliamo ringraziarvi per tutte le vostre azioni solidali, un generoso impegno nell’aiutarci a sostenere verità e giustizia per Giulio.
Tolto, per volere del primo cittadino uno striscione, ne sono apparsi a decine dalle Vostre finestre! La Vostra e’ stata una reazione corale, immediata e costruttiva. Un bellissimo esempio di cittadinanza attiva! Siamo da sempre convinti che lo striscione giallo, che invoca verità e giustizia, debba unire e non dividere. E’ uno striscione che ricorda come i diritti umani, violati su Giulio, esigano una priorità assoluta nella loro salvaguardia, ma per tutti, perché sono di tutti.
Non è uno striscione di parte. Perché la richiesta di verità e giustizia riguarda la sicurezza di tutti i cittadini e la dignità del nostro Paese.
Pretendere l’inviolabilità dei diritti fondamentali e l”intangibilità dei corpi, dovrebbe essere un’esigenza di tutti i cittadini e di ogni istituzione, senza distinzioni partitiche.
Chi ha giurato sulla Costituzione italiana non può non difendere la dignità e l’incolumità dei cittadini. Voi tutti che avete appeso alle finestre gli striscioni gialli o esposto nelle vostre vetrine la scritta verità per Giulio , sapete che la nostra ricerca di giustizia riguarda tutti . Confidiamo che oggi, vedendo la vostra bellissima Camogli tinta di un giallo solidale e ribelle, il primo cittadino si rammenti che la solidarietà è un dovere inderogabile, come recita la nostra Costituzione e riesponga lo striscione dalle finestre del Vostro Comune”.


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