Giornalismo sotto attacco in Italia

La Regione Lombardia spegne l’informazione, lo strano caso Areu

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L’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il Gruppo Cronisti Lombardi, con il pieno sostegno dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha subito raccolto e fatta propria la preoccupazione dei colleghi delle testate locali, regionali e nazionali che nelle ultime ore si sono visti oscurare il sito di Areu Lombardia, fonte primaria e ufficiale per chi fa cronaca sul territorio. Oggi pomeriggio, improvvisamente, si è infatti ‘spento’ in primo canale d’informazione dei cronisti lombardi: l’Areu. Il portale segnala problemi tecnici e lo stallo per “manutenzione”. “Siamo preoccupati e speriamo i “problemi tecnici” possano essere superati nel giro delle prossime ore. Ci auguriamo che i problemi tecnici non trovino motivazioni in altre situazioni. Per questo, per garantire l’informazione ai cittadini lombardi e il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione, chiediamo un incontro urgente con i vertici Areu e Regione Lombardia per avere la rassicurazione sul ripristino immediato di questo canale”.   All’assessore al Welfare Guido Bertolaso è stato chiesto un incontro urgente per lunedì e si attende risposta. Sulla vicenda sono intervenuti anche il comitato di redazione della Tgr Lombardia e l’Esecutivo Usigrai. 
“Da due giorni la sezione informazioni in real time dell’Areu, l’agenzia regionale emergenza urgenza per la Lombardia, comunemente nota come 118, non è più disponibile ai giornalisti.  – scrivono in una nota – Uno strumento che per anni è stato garanzia di una pronta informazione e di trasparenza da parte della pubblica amministrazione e che garantiva il rispetto della privacy degli utenti, visto che non erano segnalati gli interventi presso abitazioni private. L’oscuramento del sito avrà conseguenze concrete: la prossima volta che si verificherà un incidente in un impianto chimico o un incendio coinvolgerà un capannone di materiali tossici, i cittadini lo scopriranno, forse, solo dopo ore o giorni dall’evento. Ci auguriamo non accada mai più, ma la prossima volta che un lavoratore perderà la vita in un cantiere o in una fabbrica, magari per il mancato rispetto delle più elementari norme sulla sicurezza, nessuno lo verrà a sapere. Questo solo per fare degli esempi. L’informazione è tale solo se è trasparente, tempestiva e indipendente da qualsivoglia condizionamento. I motivi dello stop al sistema di informazioni di Areu ai giornalisti non sono chiari. Chiediamo alla Regione Lombardia di tornare sui propri passi e ripristinare la piena funzionalità dello strumento. Sono sempre più le informazioni negate ai giornalisti: a partire dal diniego da parte delle forze di Polizia di fornire le generalità delle vittime di incidenti, anche quelli sul lavoro, e informazioni su episodi di cronaca di interesse pubblico, a cui si aggiungono le notizie con il contagocce sui procedimenti giudiziari. A farne le spese è il diritto costituzionale dei cittadini ad essere correttamente informati”


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