“La vie devant soi” di Romain Gary commuove e diverte in palco con un toccante Silvio Orlando

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Che vita ha davanti a sé un bambino arabo senza famiglia di 10 anni a Belleville, colorato quartiere parigino multietnico, affidato a un’ex prostituta ebrea, povera, anziana, malaticcia?

Eppure in quell’horror vacui di affetti e prospettive i due reietti, feriti dalla vita, sfiduciati, riusciranno a creare una cellula d’amore, semplicemente volendosi bene per quello che sono, superati gli inevitabili conflitti.

Romanzo del ’75 Premio Goncourt, film nel ’77 con Simone Signoret e nel 2020 con Sophia Loren diretta dal figlio Edoardo Ponti, “La vita davanti a sé” con la riduzione, la regia e l’interpretazione di Silvio Orlando è ora un intenso monologo teatrale che tra parole e musica ci accompagna nel raccontarsi del piccolo Momò, figlio di una prostituta, allevato da Madame Rosa, ex prostituta che accudisce a pagamento i figli delle sue giovani colleghe, al sesto piano di un fatiscente palazzo, evocato da una struttura di scatole sovrapposte, suggestivamente arrampicate fino all’apice della scena. Affamato di cibo, ma soprattutto d’amore, Momò attraversa la sua improbabile vita con il candore di chi non si è ancora sporcato l’anima, in cerca di una madre impossibile e riversando quindi il suo affetto nella pittoresca Madame Rosa, accanto alla quale rimarrà fino alla fine e oltre, in un disperato attaccamento all’unica persona che gli ha voluto bene, anche se a pagamento, come con garbata ironia sottolinea nel suo racconto. La forza dei sentimenti è il perno su cui riescono a ruotare i due protagonisti, naufraghi emersi da un mondo sommerso. Avvertiamo questa fame d’amore circolare nell’ambiente scabro del quartiere di Belleville, come una linfa preziosa, capace di dare un senso alla vita di un ragazzino solo, senza prospettive, emblema inconsapevole dei temi scottanti dell’immigrazione e della difficile convivenza tra popoli di razza, cultura e religione diversa, che Gary ha lucidamente anticipato nel suo romanzo.

Miracolosamente diventato quel bambino, Silvio Orlando ci conduce per mano, con garbo, leggerezza e profondità nei meandri della vita emarginata di Momò, porgendo in prima persona la sua triste storia con la consueta naturalezza e umanità. Semplice e diretto, l’attore ci trasporta in una misera realtà lontana da noi, inimmaginabile, sulla scia di una narrazione di apparente sapore naïf, in realtà raffinata e coinvolgente, dove l’artista mantiene il tono lieve della fanciullezza, capace di attraversare lo squallore della sua vita, descrivendola come una vita normale, nella quale due esistenze difficili si accostano e fanno scudo alle brutture dell’esistenza. Il suo rapporto con Madame Rosa è il simbolo di quello che alla fine del racconto è il nutriente, oggi più che mai un ardito valore, succo della vicenda: BISOGNA VOLER BENE. Sono le ultime parole del libro che Momò/Orlando porge in chiusura, come un testamento.

La pièce calda e vibrante è intrecciata alle suggestive musiche eseguite in scena dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre, connubio incisivo che tocca le corde dell’anima ricordandoci vite neglette, per non dimenticare, per un teatro testimone.

Silvio Orlando in
La vita davanti a sé
traduzione Giovanni Bagliolo edizione Biblioteca Neri Pozza
tratto dal romanzo La vie devant soi
di Romain Gary Émie Ajar © Mercure de France, diritti teatrali gestiti dalle edizioni Gallimard con il nome di “Roman Gary” come autore dell’opera originale

direzione musicale Simone Campa
con l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre
con Simone Campa chitarra battente, percussioni, Maurizio Pala fisarmonica, Kaw Sissoko kora, Djembe, Marco Tardito clarinetto, sax
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
fonico Gianrocco Bruno
amministrazione Teresa Rizzo
riduzione e regia di Silvio Orlando

produzione Cardellino srl

Spettacolo vincitore Le Maschere del Teatro Italiano 2022 per Miglior monologo

 

Al Teatro ABC Catania fino al 12 Febbraio

“La vie devant soi” di Romain Gary commuove e diverte in palco con un toccante Silvio Orlando


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