Il senso di Donzelli per lo Stato. Walter Verini: violazioni molto gravi

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Walter Verini è uno dei quattro parlamentari che hanno fatto visita ad Alfredo Cospito e che, per questo, sono stati accusati dal vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, di voler favorire la mafia in relazione ad una eventuale modifica del 41 bis in seguito allo sciopero della fame dell’anarchico pescarese. Detta così sembra solo un dibattito politico velenoso, in realtà sottende altro e riguarda “il rispetto dello Stato”. Da alcuni giorni ormai ruota attorno a questo concetto la polemica tra Pd e Fratelli d’Italia, di cui Giovanni Donzelli è esponente di primissimo piano e in tale veste in Parlamento ha rivelato i dialoghi intercorsi tra Alfredo Cospito e alcuni esponenti della criminalità organizzata, dialoghi che dovevano rimanere riservati e la cui divulgazione potrebbe danneggiare indagini delicatissime. Donzelli ha fatto quelle rivelazioni in aula per stigmatizzare l’incontro di quattro parlamentari del Pd con Cospito, detenuto con regime di carcere duro (41 bis) come gli altri intercettati.
“Questa storia indica che Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro Delle Vedove hanno un senso dello Stato pari a zero – dice Verini – perché hanno utilizzato notizie riservate, destinate al Dap e al Ministero per un attacco politico, di cui peraltro non si sentiva il bisogno. Donzelli ha trafugato notizie con caratteristiche di riservatezza che possono servire a supportare indagini. Ne ha ha fatto un uso politico di carattere diffamatorio per di più. Il Partito Democratico riguardo alla lotta al terrorismo e alla mafia ha tra i suoi riferimenti fondamentali nomi come quelli di Guido Rossa, Pio La Torre, Giovanni Bachelet, Piersanti Mattarella; quali sono, invece, i riferimenti di Donzelli, Ordine Nuovo? Vorrei capirlo”.

Aspettando la relazione del Ministro della giustizia, cosa può essere già accaduto con la rivelazione di dati così sensibili e dunque riservati?

“Qui si sta parlando di dati e informazioni di cui è in possesso il Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) e che sono frutto di captazioni su detenuti al 41 bis, relazioni che vanno al Ministero secondo una procedura precisa che serve a capire se ci sono elementi per eventuali indagini. I detenuti nel regine del carcere duro quando escono dalla loro cella o sono nei corridoi vengono ascoltati a soli fini investigativi e dunque la divulgazione di tali dati può rappresentare un danno gravissimo per possibili altre inchieste, come ha fatto notare proprio nelle ultime ore Federico Cafiero De Raho che di queste cose certamentre si intende. E tutto ciò viene fatto da un parlamentare, Donzelli, grazie alle rivelazioni di un sottosegretario, Delmastro Delle Vedove, per una spocchiosa polemica politica. Poi c’è l’aspetto grave, offensivo delle prerogative di noi quattro parlamentari (come di altri) di fare visita ai detenuti, un dovere oltre che un diritto”.

Senta, il Ministro Nordio è protagonista di una proposta di ‘stretta’ sulle intercettazioni e loro pubblicazione. E adesso ci ritroviamo con un parlamentare che bellamente divulga notizie così riservate in diretta tv. Non è curioso?

Stiamo parlando di due piani e ambiti diversi, comprendo comunque il ragionamento logico. Sulle intercettazioni e la loro utilità mi pare che non ci sia davvero il minimo dubbio. Abbiamo sentito proprio in questi giorni il Procuratore Nazionale Giovanni Melillo e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, ed entrambi in Commissione Giustizia hanno ribadito la necessità delle intercettazioni ai fini delle indagini non solo di mafia ma anche sulla corruzione, che come sappiamo è assai diffusa nel nostro Paese. Altro tema è quello dell’abuso nelle pubblicazioni, ma anche qui bisogna distinguere. Il Garante della Privacy in audizione ci ha detto che da circa tre anni non si registrano casi di abuso in tal senso, dunque bisogna arrivare a contemperare la tutela dei diritti degli indagati con l’esigenza e il  diritto di informare. A breve è prevista per questo l’adizione dei vertici della Fnsi.

Perché pensare a nuove leggi restruttive?  Ci sono già norme che regolano la diffusione di notizie di cronaca giudiziaria.

“Penso che forse il Ministro non abbia preso nella dovuta considerazione le modifiche già apportate dalla legge Orlando, pur migliorabile, che ha dato buoni risultati, ma ad ogni modo dobbiamo tener presente la necessità di non limitare il diritto di cronaca perché questo sarebbe un errore assai grave.

Resta ferma la vostra richiesta a Donzelli e Delmastro Delle Vedove di fare un passo indietro vista la grave violazione commessa?
“Sì, certo”

Sulle dichiarazioni di Giovanni Donzelli, come si sa, è stata aperta un’ indagine da parte della Procura di Roma che ipotizza il reato di violazione del segreto d’ufficio in capo al sottosegretario alla Giustizia.


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