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Questione migranti: allontanare le ong non ferma i migranti

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Ochek non è un supereroe ma quello che ha sopportato nella sua ancora breve vita rasenta i super poteri. Ha solo 4 anni quando la mamma scappa dall’Eritrea in Sudan dove lui inizia a lavorare che è ancora bambino: prima in un ristorante e poi in una  miniera d’oro. A 13 anni si trasferisce in Libia dove inizia il calvario. In Libia gli eritrei li rapiscono perché pensano che hanno parenti in Europa che possono pagare ma se i soldi non arrivano, si passa alle torture: a colpi di bastone o ti bruciano le carni con ferri ardenti. Le donne le stuprano e le seviziano…quando non ti lasciano morire di fame.
Quando ad Ochek dicono che può tentare di attraversare il mare, non ci pensa su due volte. Meglio tentare la sorte su quel gommone con altri disperati come lui che morire in Libia.“Sulla nave che ci ha soccorsi mi sono sentito più tranquillo ma lo sarò davvero quando avrò raggiunto l’Italia, toccato terra e dimenticato quello che ho vissuto in Libia e in Africa”, racconta agli operatori di MsFOchek (nome di fantasia) é uno dei 73 ragazzi soccorsi nel mediterraneo centrale dalla Geo Barents che – con altri 37 su Ocean Viking – é stata mandata dal Viminale a  più di 1500 km di distanza nel porto di Ancona. La linea dura del ministero dell’interno non cambia neanche quando le due Ong , Medici senza Frontiere ed SoS Mediterranée, chiedono un porto più vicino in vista di una burrasca che avrebbe colpito le coste tra la Puglia e le Marche proprio durante il loro passaggio. Nessun cambiamento di rotta: un solo soccorso anche di poche persone e subito assegnato il porto. Più é lontano meglio é.
Anche se durante il tragitto le raffiche di vento spostano le onde fino ad alzarle a più di 5 metri.

“A bordo non facciamo altro che distribuire sacchetti per il vomito “ dice Fulvia dalla Geo Barents.

“Siamo a pezzi noi dell’equipaggio, figuriamoci loro che sono stati trovati su un gommone in mezzo al mare dopo essere passato dagli orrori della Libia” dice Lucia, ostetrica anconetana , alla  sua prima missione in quel mare in cui rischiano la vita in migliaia. Mai avrebbe immaginato di sbarcare nella sua stessa città. Così si possono allentare le presenze delle navi Ong in mare.

Relegati fuori dal porto, senza permesso per l’ingresso al molo 22, alcuni giovani dei  centri sociali e di associazioni cattoliche con striscioni di solidarietà ai migranti, chiedono si parli di accoglienza invece che di sbarchi. Perché o a nord o a sud si sbarca ancora e più di prima. E il vero tema da affrontare é come riuscire ad accogliere bene, cercando di dare a queste persone un futuro qui o in altri paesi europei dove forse preferirebbero andare.
Fermare le Ong  per  il nostro ministero sembra però al momento l’unico obiettivo: unico modo per disincentivare le partenze dei migranti attratti dalla loro presenza in mare. Ma sono proprio i dati del Viminale a dirci che allontanando le navi umanitarie,  le partenze non si arrestano e i numeri degli approdi sono aumentati : a dicembre 2022 del doppio rispetto allo stesso mese del 2021. Nei primi giorni di gennaio addirittura si sono decuplicati. Intasando soprattutto i porti del sud che il ministero dice di voler alleggerire aprendo quelli del nord. Lampedusa non ha mai smesso di accogliere. Più di 40.000 dei 105.000  migranti arrivati in Italia nel 2022 sono approdati sulla più grande delle Pelagie da soli o con unità  militari : con numeri da record anche in autunno e in inverno.
Mandare a nord poco più di un centinaio di persone su due navi umanitarie mentre in migliaia sbarcano al sud, non sembra insomma una soluzione efficace fosse solo per dare tregua ai porti del meridione d’Italia, da dove tra l’altro i migranti vengono spesso trasferiti in altre regioni.
Intanto si allunga la pena a chi ha temuto di essere riportato indietro in Libia e ha affrontato il mare con tutte le sue forze. Se fosse stato un diportista straniero in difficoltà con il suo motoscafo, in base alla legge del mare, sarebbe stato soccorso e portato nel porto più vicino e sicuro come qualsiasi altro essere umano . Ma il migrante no, non è un essere umano . Il migrante può sopportare tutto perché, come Ochek , ha già sopportato cose che nessun altro  essere umano potrebbe sopportare .  Chissà, magari siamo noi che ci sbagliamo: noi che li vediamo come normali esseri umani mentre forse sono … supereroi.

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