Casa Felicia e Peppino Impastato non tornerà ai Badalamenti, un perito deciderà il valore per equivalente

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Casa Felicia resterà al Comune di  Cinisi. Le belle notizie arrivano così, in una torrida estate senza tregua, a pochi giorni da un altro anniversario che ci ricorda cosa significa combattere contro la mafia, quello dell’assassinio del giudice Paolo Borsellino. Il Tribunale ieri (14 luglio) si è pronunciato sul ricorso depositato dall’amministrazione locale, nel quale chiedeva la conferma della titolarità del bene confiscato ai Badalamenti. Tesi fatta propria dai giudici, in applicazione dell’articolo 46 del Codice antimafia, con cui si prevede la restituzione del “bene per equivalente”.

“Il bene resterà al Comune di Cinisi e noi ci impegneremo – si legge in una nota Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato – come abbiamo fatto finora, a rendere Casa Felicia un’importante tappa del nostro percorso di memoria e impegno contro mafia e oppressione”. Con ordinanza è stata fissata per il 22 luglio prossimo l’udienza nella quale verrà nominato un consulente tecnico d’ufficio ai fini della determinazione dell’importo della restituzione per equivalente. Si tratta della svolta determinante di una vicenda iniziata a febbraio scorso e che ha sempre avuto il sapore della beffa. Casa Felicia è il frutto della trasformazione di un ex casolare appartenuto ai Badalamenti. Uno di loro, Leonardo, aveva invocato la restituzione prima e l’inammissibilità della richiesta avanzata dal Comune, dopo. La perizia sul valore dell’immobile è propedeutica al diniego sulla restituzione alla famiglia Badalamenti che voleva indietro il bene sulla base di un errore nella procedura di confisca.


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