Giornalismo sotto attacco in Italia

203 giornalisti uccisi in 3 anni nel mondo

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Sono duecentotré i giornalisti uccisi durante i tre anni che sono trascorsi tra i due ultimi general meeting della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj). Una lista incredibilmente lunga e verosimilmente anche incompleta, di nomi che sono scorsi sullo schermo gigante davanti alla platea dei colleghi riuniti a Mascate, in Oman. Il General meeting di Mascate si è concluso pochi giorni fa ma quella lista, purtroppo, è destinata ad allungarsi. Il mondo non è un luogo sicuro per i giornalisti, e questo è emerso chiaramente dal meeting della Federazione internazionale. In troppi Paesi I reporter sono chiusi in carcere, perseguitati o uccisi, a partire dal Messico, forse il luogo meno sicuro del pianeta per i giornalisti, che vengono ammazzati per strada senza mai ottenere giustizia.
Tre le mozioni presentate dalla Fnsi e approvate all’unanimità dall’assemblea. Una riguarda, appunto, i cronisti minacciati anche nel nostro Paese -dove 23 colleghi vivono sotto scorta – e impegna la Ifj a sostenere l’Italia nella sua richiesta di protezione per i giornalisti italiani a ogni livello. La seconda mozione italiana riguarda il precariato, un problema sempre più grave in tutti i paesi del mondo e ormai anche in Europa occidentale. Fnsi ha messo l’accento su questo punto e ha chiesto alla Ifj di impegnarsi il più possibile nella lotta contro il lavoro non contrattualizzato e spesso sottopagato e senza alcuna tutela. La buona informazione, ha sottolineato la Fnsi, richiede lavoro di qualità e un riconoscimento di diritti, tutele e retribuzioni dignitose. Terza mozione presentata dalla Federazione italiana è stata quella su Giulio Regeni, per il quale la Fnsi continua a chiedere verità e giustizia. Il Congresso Ifj ha quindi espresso, grazie all’intervento italiano, il massimo disappunto per il comportamento del governo egiziano e ha confermato il suo sostegno alla Fnsi.
Una momento significativo del congresso è stato quello dedicato a Julian Assange: è intervenuta infatti la sua avvocata, l’australiana Jennifer Robinson. Grande è stata la dimostrazione di solidarietà ad Assange da parte di tutti i colleghi presenti.
Il General meeting Ifj ha anche rinnovato le cariche triennali della Federazione. Presidente è stata eletta la francese Dominique Pradalié, mentre il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, è stato confermato nell’Executive committee.


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