Uccisa in un raid a Kiev la giornalista ucraina Vera Girich

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Ha perso la vita ieri la giornalista Vera Girich di 55 anni, durante l’attacco missilistico che ha colpito un edificio residenziale di Kiev. L’attacco avvenuto nella sera di venerdì 28 aprile ha distrutto il primo e il secondo piano, nel distretto di Shevchenkivskyi.

Dall’incendio domato solo dopo un’ora, sono state tratte in salvo e i feriti sarebbero almeno 10. Lo hanno reso noto i colleghi di Radio Svoboda.

Al momento del bombardamento la donna si trovava nella sua casa, al secondo piano del palazzo colpito dai russi, avvenuto durante la visita di António Guterres, segretario generale dell’Onu, nella Capitale dell’Ucraina.

Il presidente Volodymyr Zelensky,  ha dichiarato che gli attacchi di ieri erano mirati in particolare da parte dei russi per “umiliare” le Nazioni Unite. Un missile è infatti caduto proprio vicino all’hotel in cui pernottava la delegazione del segretario generale Guterres, che in quel momento stava partecipando a una conferenza con lo stesso Zelensky nell’ufficio di quest’ultimo.

In un ritratto della giornalista pubblicato sul canale Telegram di Radio Svoboda (Radio Libertà), con allegata la sua foto, si spiega che Girich lavorava all’emittente dal primo febbraio 2018, dopo aver lavorato in precedenza nei principali canali televisivi ucraini.

Radio Svoboda la definisce “una persona brillante gentile, una vera professionista“. Altri colleghi scrivono che “odiava Putin“. Vera lavorava anche per il canale televisivo ‘1+1′.

La nostra giornalista Vera Girich di @radiosvoboda è stata uccisa nell’attacco missilistico di ieri a Kiev. L’attacco era un “messaggio del Cremlino” al capo delle Nazioni Unite ed è avvenuto a circa 2 km da dove si trovava” ha scritto Jan Harding sui social.

Nel suo appello Harding chiede ‘come sia possibile che la Russia sia un membro permanente delle Nazioni Unite quando è così che trattano il capo dell’organizzazione? Ci sono modi per rimuovere i paesi, anche se credo sia molto difficile: sicuramente questo va fatto’.

 


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