La guerra divide, questa è la sua forza terribile

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Nel momento nel quale decido di autosospendermi da Articolo21 cerco di prendere atto che essere liberi di andare d’accordo è facile, essere liberi di non andare d’accordo è più complesso. Per tutti. Per chi dissente, come me, come per voi, che avete un’idea prevalente diversa dalla mia. La guerra divide, questa è la sua forza terribile. Ma divide su problemi di fondo.
L’ultima volta che ho chiesto di scrivere per Articolo21 è stato per dire che non sarei andato alla manifestazione romana per la pace in Ucraina. Mi aveva colpito che la manifestazione degli ucraini si sarebbe svolta il giorno seguente. Scrissi che mandare armi agli ucraini non poteva bastarmi, ma non potevo essere contro. Sono figlio di un partigiano combattente e deportato in Germania, lo avrei sentito come un tradire ciò che ho più caro per me. Il punto è doloroso perché  anche l’ANPI dissente, loro che rivendicano  l’attentato di Via Rasella. A me sembra che il risultato del no dell’ANPI all’aiuto militare agli ucraini stia producendo lo strano esito di consegnare la resistenza a chi l’ha poco apprezzata – diciamo così- sino ad oggi. Ho bisogno di dirmi d’accordo con Muraglia e Liliana Segre. Non l’ho fatto perché credo che non aggiunga nulla alla loro nobile posizione. Dà solo soddisfazione al mio bisogno di dirmi “io sto qui”.
Questo dissenso iniziale ne incontra altri. Avrei visto con favore un sit-in davanti all’ambasciata russa, da un mese a questa parte. Questo mi avrebbe reso credibile nel proporne uno davanti all’ambasciata americana dopo che Biden ha citato impropriamente Giovanni Paolo II. Che vuole fare di Giovanni Paolo II quel che per Putin è Kirill?
Avrei sentito anche il bisogno, personale e drammatico, di un confronto con i gruppi cattolici che non hanno mai marciato per denunciare i crimini terrificanti di Assad. Lo so che c’era un problema con le Chiese locali, solidali con Assad. Per questo il problema è urgente oggi, davanti alla Chiesa russa solidale con Putin. Francesco è credibile perché non si pone questi problemi. Precederlo e  parlare chiaro su questo oltre che fare  buona informazione  consentirebbe a chi dovrebbe affiancarlo di dire chiaro che Giovanni Paolo II non è un Kirill qualsiasi, non può essere pensato il legittimante di nessun potere politico.
Non è lecito porsi il problema delle armi agli ucraini senza essersi posti lo stesso problema per i curdi, che giustamente resistono ai turchi. Perché loro sì e gli ucraini no? Perché la Turchia non ha la bomba atomica? Per i curdi cambia poco. Ma dire sì ai curdi è importante e mi consente di non apprezzare il PKK, e lo stesso qui vale per la brigata Azov, che non vorrei apprezzare né che sembrasse una parte per il tutto ucraino. Non lo è.
Queste scelte sarebbero tutte possibili se uscissimo da un conformismo che sa di comfort zone. Io credo sia vero che il nostro problema sia un problema di coerenza: ma con loro, non con noi. Le ideologie sono morte, oggi qualcuno vuole fare delle religioni le ideologie che legittimano i poteri politici. Uno passa dall’ateismo di Stato al fondamentalismo di Stato, l’altro dallo spazio pubblico aperto alle religioni allo spazio pubblico della religione. Mi terrorizza e mi rallegro della linea tenuta da un papa che non mi delude mai. Ma il nostro  ruolo nella società non può essere solo quello di ripetere quel che dice, ma cercare di portare avanti le sue scelte di fondo. Io non ho molte sistemi per farlo. Autosospendermi da Articolo21 è un tentativo di provocare un confronto tra noi, o dentro di noi. Tutto qui.

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