Il Lido di Venezia e la sua vocazione turistica e culturale smarrita

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L’isola del Lido alla deriva?

La scena che si presenta è desolante. Edifici abbandonati, recinzioni che impediscono l’accesso dove sono appesi cartelli in cui c’è scritto: “Comune di Venezia. Completamento interventi di bonifica presso l’ex Ospedale al Mare”. Palazzine fatiscenti, lavori di bonifica iniziati e mai completati. Progetti di riqualificazione dove l’intento era quello di abbattere vecchi edifici come il Monoblocco dell’Ospedale al Mare, per costruire appartamenti turistici . Siamo al Lido di Venezia dove il degrado, l’abbandono, l’incuria dell’uomo e progetti di speculazione edilizia, hanno determinato una ferita profonda nel territorio dell’isola lagunare, un tempo luogo di cura e di turismo. Se ci si affaccia dentro i cortili degli edifici dove venivano curati i bambini affetti da tubercolosi, occultati da lamiere ondulate di ferro zincato, si vedono tende e stracci, cumuli di rifiuti, segni di vita e di abbandono, di persone senza una casa, disperati e ai confini della società, rifugio di spacciatori di sostanze stupefacenti. La natura ha ricoperto tutto di rovi, cespugli, alberi secchi, grovigli erbacei che si sono insinuati dappertutto. A pochi metri dove in passato  il turismo internazionale soggiornava all’Hotel Des Bains e l’Excelsior, ora chiusi. Sembrano essere distanti migliaia di chilometri tanto è surreale la scena che è specchio del malgoverno di una città unica al mondo come Venezia.

Nel 2008 il Comune aveva deciso di acquistare per 27 milioni dall’Ulss, l’Ospedale al Mare ((che era dotato di tutti i reparti, da maternità a chirurgia, da cardiologia a ortopedia oltre alla elioterapia e la riabilitazione da poliomielite) per «dismetterlo e rilanciare l’area in nome della sua “vocazione culturale e turistico-ricettiva. – si legge sul Fatto Quotidiano in un articolo firmato da Filippomaria PontaniNelle intenzioni sepolte dal fallimento sei anni dopo di Estcapital, la società di Gianfranco Mossetto (già assessore alla Cultura della Giunta Cacciari: il barbuto filosofo e il “barbaro” governatore Galan cooperarono nella brutta avventura del Palacinema».

Un’altra ferita lasciata aperta per aver scavato un’enorme voragine in cui doveva sorgere un imponente Palazzo del Cinema, sacrificando una pineta storica, per poi abbandonare tutto a testimonianza di quanto sia dannosa la mano dell’uomo. Le intenzioni di riqualificare uno dei luoghi più suggestivi e importanti di Venezia  in cui esistevano strutture di cura elioterapiche e riabilitative all’avanguardia, sono rimaste sui tavoli di chi le ha progettate. 230 mila metri quadri di terreno che si affacciano sulla spiaggia, lasciate all’incuria del tempo, ma con un progetto alquanto discusso e contestato che prevederebbe la nascita di un resort di lusso del Club Méditarranée e TH Resort con 525 stanze, dopo averlo acquistato nel 2013 per 50 milioni di euro da cassa Depositi e Prestiti dal Comune, con un investimento di 180 milioni di euro. Il monoblocco ex ospedaliero verrebbe abbattuto e i relativi servizi sanitari ridotti e spostati come il Centro di salute mentale.

Gabriele D’Annunzio e il primo volo di linea dall’aeroporto del Lido da Venezia a Vienna

La perlustrazione che ho eseguito per rendermi conto di persona di quanto sia grave lo stato di abbandono, stride con la vocazione turistica che il Lido di Venezia possedeva un tempo, tanto da diventare meta internazionale con un aeroporto molto frequentato: dalla pista di San Nicolò il 18 agosto del 1926 decollò il primo aereo di linea italiano per Vienna via Klagenfurt. Lo scalo fu intitolato a Giovanni Nicelli in memoria di un pilota di caccia italiani e diventò il primo aeroscalo d’Italia. Grazie alla presenza al Lido del Casinò e della Mostra internazionale del cinema negli anni Cinquanta, l’aeroporto venne frequentato dal turismo composto da star del cinema e una clientela molto facoltosa. La storia di questo scalo racconta anche vicende legate al conflitto bellico con la presenza al Lido di Gabriele D’Annunzio durante la prima guerra mondiale dove qui ricoprì la carica di comandante della Squadra di San Marco “Siluranti Aeree”.

Nel 2013 è stata posta una targa ricordo nel 150 esimo anniversario della sua nascita. La presenza di D’Annunzio su quest’isola è testimoniata anche da una sua scritta rinvenuta sul muro di una stanza dell’Hotel Riviera che all’epoca si chiamava Ortolanella: “In questo anno di guerra e di gloria per le armi italiane si eseguirono lavori di restauro nella vecchia Ortolanella. Gabriele D’Annunzio. Lido di Venezia 12 dicembre 1919. Gino Volo (il proprietario insieme alle sorelle Volo dell’Hotel Ortolanella)¹”. Il 14 giugno del 1934 Adolf Hitler atterrò per il suo primo incontro con Benito Mussolini. La sua prima visita all’estero. La Compagnia Ala Littoria collegava Venezia a Monaco e altre città italiane e straniere. Il 14 aprile 1947 decollò dal Lido il volo per Roma e successivamente il Venezia – Zurigo, il primo collegamento internazionale gestito da una compagnia italiana dopo la seconda guerra mondiale. Lo scalo vide il declino quando gli aerei di grandi dimensioni necessitavano di piste in cemento (il Nicelli ha la pista su erba) e fu deciso di costruire a Tessera a nord di Mestre il nuovo aeroporto di Venezia denominato Marco Polo oggi il terzo scalo d’Italia per passeggeri e merci.

Il Lido di Venezia appare come un’isola abbandonata se non quando si ripopola nelle settimane della Mostra internazionale del cinema, richiamando l’attenzione della stampa di tutto il mondo e le passerelle delle star che arrivano per essere celebrate. Nel frattempo la riqualificazione resta ferma alle buone intenzioni di chi vorrebbe farne un luogo d’élite per turisti, o al contrario, cercare di riportare alle origini la sua vocazione non solo attrattiva ma anche sociale e sanitaria. Fattibile e complementare nel far convivere due esigenze diverse.

Il Teatro Marinoni dell’Ospedale al Mare del Lido di Venezia

La rivalutazione di un complesso (inaugurato nel 1933) che conta oltre quaranta padiglioni ( di cui 5 in stile liberty risalenti agli anni ‘20 vincolati dalla Soprintendenza alle Belle Arti) che comprende anche un teatro e una chiesa. Il Teatro Marinoni è legato alla storia dell’ex Ospedale al Mare e la sua costruzione risale al 1921 grazie ad una colletta organizzata da un Comitato di beneficenza con lo scopo di offrire ai bambini malati di tubercolosi, momenti di svago. In origine chiamato Ricreatorio Marinoni diventò un teatro grazie all’intervento di Giuseppe Cherubini e in origine ospitava anche due classi elementari, una radio che trasmetteva in tutti i reparti gli spettacoli che andavano in scena. Viene chiuso nel 1975 e nel 2006 anche l’Ospedale cessa la sua attività e tutto il suo materiale sanitario composto dalle cartelle cliniche dei pazienti, gli strumenti sanitari e diagnostici, gli arredi, fu abbandonato e in balia di furti e atti vandalici. Il Tar accogliendo un ricorso di Italia Nostra ha sospeso delle demolizioni previste nel complesso fino al 2022. “I padiglioni sono tutti vincolati dalla Soprintendenza. Purtroppo sono stati lasciati andare nel degrado – spiegano in una nota ricevuta a chi scrive –  e Italia Nostra ha fatto ricorso al Tar (giudizio ancora pendente) contro la demolizione di 5 di questi, guarda caso fronte mare. Al loro posto il progetto prevede un impattante edificio, che snaturerebbe l’importante complesso che ha bisogno di un utilizzo più compatibile con la sua storia e le sue valenze architettoniche e ambientali (spiaggia rinaturalizzata)”. Nel frattempo la desolazione di questi luoghi è una triste realtà resa ancora più evidente dal ricordo nostalgico del passato per aver conosciuto da ragazzo il Lido in cui avevo trascorso giornate di mare e sole, alternate alla visione degli spettacoli della Biennale Teatro.

Nel 2011 in concomitanza della 68esima Mostra Internazionale del Cinema Il collettivo del Teatro Valle Occupato aveva inscenato una protesta occupando il Teatro Marinoni con delle motivazioni che erano state rese pubbliche: “Occupiamo il Teatro Marinoni, gioiello liberty della laguna veneziana, perché è l’ennesimo spazio culturale abbandonato e al centro di una speculazione edilizia. (…) Lo stato di emergenza in cui si trova il settore culturale nel nostro paese è frutto di scelte politiche precise: tagli violenti hanno colpito in questi ultimi anni teatri, musei, cinema, istituzioni culturali, ricerca e istruzione, dismettendo progressivamente il sistema pubblico. La stessa logica di profitto che sta trasformando il Lido di Venezia in una fabbrica di cemento minaccia l’esistenza di luoghi di forte identità storica e artistica, come gli studi di Cinecittà che diventeranno residence e centri benessere. Il progetto di un nuovo Palazzo del cinema che doveva rilanciare la Mostra si è trasformato in un losco affare. In tre anni di scavi si sono spesi oltre 37 milioni di euro, per avere come unico risultato un gigantesco cratere. Si ferma il cantiere ma non si fermano i progetti speculativi che servivano a pagare l’opera. Caso esemplare di come la destinazione culturale venga utilizzata strategicamente per giustificare piani d’emergenza e commissariamenti straordinari. Allo stesso modo Venezia è per sua natura un caso esemplare: un dispositivo unico di produzione artistica, culturale e intellettuale diffusa che si regge sullo sfruttamento e la fortissima concentrazione di precariato culturale”. Un’occupazione a cui avevano partecipato portando la loro solidarietà e sostegno anche Ottavia Piccolo, Philippe Garrell, Filippo Timi,Vinicio Marchioni, Francesco Montanari, Valerio Mastandrea, Piergiorgio Odifreddi, Diego Abatantuono.

Teatro Marinoni (foto tratte dal sito venezia.italiani.it)

¹ Durante il mio soggiorno all’Hotel Riviera al Lido di Venezia mi viene fornita assistenza per avere maggiori informazioni sulla mia inchiesta e dopo avermi mostrato la scritta di Gabriele D’Annunzio impressa sul muro all’interno di una stanza di servizio, ricevo anche un testo che racconta la storia pubblicata sul sito della precedente proprietà che riporto integrale.

La nostra storia. Il fascino ottocentesco del Lido di Venezia.

Dal fu Hotel Ortolanella, all’eleganza del Des Bains, com’è cambiata la porta d’accesso dell’isola d’oro. Da una cartolina spedita nel 1902, ma la cui vista risale a fine 1800 che mostra la chiesetta al centro di un piazzale piuttosto angusto, un vaporetto sta per attraccare sull’antico imbarcadero posto davanti ad alcune case, fra cui quella che era un’osteria dove si andava a consumare appetitose merende con il buon vino locale che pochi anni dopo sarebbe stata ampliata con una nuova costruzione, quella dell’hotel Ortolanella.L’Ortolanella è stato gestito dalle signore Volo, soppesando tutto, cliente per cliente, acquisto per acquisto, fornitura per fornitura, tutto uguale come l’hotel Des Bains, senza l’ossequio del grande albergo, ma in uno spazio più piccolo, vicino alla chiesa, dove le famiglie avevano la possibilità di andare a sentire il vespro. Così l’Ortolanella ed il Des Bains sono cresciuti insieme, ed hanno fatto il Lido, con i suoi alti e bassi. Solo il mare è rimasto costante, con le sue variazioni di umore, ricominciando sempre da capo, onda per onda. Molto suggestiva la presenza del tram a cavalli, qui con i tendaggi antisole, che percorreva tutto il Gran Viale, fino al grande stabilimento dei bagni ed all’hotel Des Bains. Qualche anno dopo, l’Ortolanella sarebbe stato ristrutturato con la sopraelevazione di due piani ed avrebbe preso il nome di Albergo Pensione Riviera. Oggi l’Hotel Riviera è un elegante palazzina d’epoca ubicata sul Gran Viale del Lido di Venezia, a circa una ventina di metri dal terminale dei vaporetti in Piazzale Santa Maria Elisabetta.Un’ampia veranda con suggestiva vista su Piazza San Marco, per altro ben visibile da buona parte delle camere, che permette di godersi spettacolari tramonti quando il sole si nasconde tra cupole e campanili, è l’Hotel Riviera, un tre stelle Superior affacciato sulla laguna i cui punti di forza sono costituiti dal raffinato arredamento in stile Veneziano, delle camere ma anche curioso a dirsi da una boutique ricchissima dove è possibile trovare un vasto assortimento artigianato raffinato veneziano, notevole l’assortimento di maschere, non a caso anche la scelta dell’assortimento testimonia cura e raffinatezza ben precise. A disposizione degli ospiti inoltre una sala meeting polivalente ma l’aspetto più interessante è costituito dalla vocazione “sociale” della struttura. Infatti, l’Hotel Riviera è solito ospitare gli incontri di varie associazioni culturali, quali mostre di pittura e fotografiche, presentazioni di libri e altro, presenti sul territorio del Lido.

Lido di Venezia febbraio 2021

Fondo fotografico Giacomelli

 


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