Crimini contro i giornalisti. Il 2 novembre non sia una stanca ricorrenza

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Oggi ricorre la Giornata mondiale indetta dall’ONU per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti. Una giornata destinata purtroppo a passare sotto silenzio e nell’indifferenza generale nonostante che in Italia si stia registrando un’allarmante crescita delle minacce, delle intimidazioni e delle violenze nei confronti dei giornalisti.

Per questo motivo, ContrOrdine ha proposto lo scorso anno l’introduzione di un’aggravante specifica nei casi di minacce e violenze a carico dei professionisti dell’informazione. La proposta, lanciata a Firenze in un convegno che vide la partecipazioni di esponenti del governo, del Csm e delle istituzioni, ha raccolto consensi, ma è rimasta lettera morta.

Così come giacciono in Parlamento i disegni di legge contro il carcere ai giornalisti e quello per bloccare le querele temerarie, considerate dalla stessa Unione europea un pericolo per la libertà di informazione, tanto da avviare iniziative specifiche per contrastare il fenomeno dello Slapp (Strategic Lawsuit Against Public Participation).

I candidati che saranno eletti nelle file di ContrOrdine si impegnano a sviluppare da subito un’azione forte di stimolo nei confronti delle istituzioni e di sensibilizzazione della società per arginare il fenomeno delle querele bavaglio e per reclamare azioni forti e tempestive da parte delle forze dell’ordine per bloccare l’allarmante crescita di violenza contro il giornalismo.

L’Italia non può essere uno di quei paesi nei quali i giornalisti possono finire in carcere, mentre i loro persecutori restano impuniti.


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