C’è un’altra Latina oltre quella di Durigon ed è la città dei diritti (ritrovati)

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Per una sorta di continuo contrappasso, a ogni nuovo obiettivo raggiunto dalla nostra Giunta corrisponde un evento mediatico-giudiziario che descrive una città inchiodata a un passato al quale i latinensi hanno invece detto basta cinque anni fa.

Tuttavia basta cambiare un po’ la prospettiva e lo smantellamento dell’organizzazione mafiosa radicata a Latina, delle reti di capolarato, le rivelazioni sui voti di scambio, le collusioni con i clan di esponenti di spicco della politica, possono apparire come una salvifica liberazione dalle spire asfissianti di un sistema che è finalmente crollato.

E dalla stessa prospettiva all’indignazione può accompagnarsi un po’ di commiserazione per la sortita del sottosegretario leghista Durigon che in una delle sue impulsive dichiarazioni ha chiesto di cambiare la denominazione del parco comunale dedicato ai giudici Falcone e Borsellino in favore di Arnaldo Mussolini.

Siamo in campagna elettorale e il centrodestra appare piuttosto diviso e confuso al punto d’aver ripiegato sulla audace (auto) candidatura di Vincenzo Zaccheo, già due volte sindaco ricordato soprattutto per le grandi opere annunciate e mai compiute, per la voragine di debiti, per la totale inerzia di fronte l’avanzamento della criminalità organizzata e il via libera alla brama dei palazzinari.

Non essendo in grado di proporre programmi credibili, la destra, tramite Durigon, preferisce strizzare l’occhio ai nostalgici fascisti.

Abituato a sortite verbali poco istituzionali, stavolta il sottosegretario ha sbagliato completamente i tempi: nello stesso giorno il Viminale ha sciolto il Comune di Foggia a guida leghista per infiltrazioni mafiose mentre il sindaco di Latina inaugurava la sede del comitato elettorale posta dinanzi al bellissimo murale dedicato proprio ai giudici Falcone e Borsellino.

Non sappiamo se l’ondata di sdegno che si è sollevata avrà conseguenze (al momento pare ci sia una mozione di sfiducia) su Durigon, ma ciò che ci preme è raccontare una città che non è più la Latina che finisce sui giornali.  Latina Città dei Diritti in questi cinque anni ha cambiato volto.

L’affermazione della vocazione antifascista, l’equità di genere, il welfare, le politiche ambientali, la ferma e intransigente lotta alla criminalità e alla mafia locale sono state il tratto distintivo e irrinunciabile della nostra amministrazione.

E sopra ogni cosa c’è la riorganizzazione della macchina amministrativa, necessaria per garantire trasparenza, competenza e legalità, unita al metodo direi einaudiano: ogni proposta deve essere concreta, avere le gambe per camminare (ovvero l’adeguata copertura finanziaria), rispettare le norme di legge per non lasciare contenziosi e conseguenti soccombenze alla città (spesso qualcuno dimentica che siamo partiti con quasi 20 milioni di debiti fuori bilancio).

Abbiamo riempito la città di parchi urbani attrezzati, uno dei quali con orgoglio e affetto abbiamo dedicato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ottenuto oltre 90 milioni di finanziamenti diligentemente investiti in opere concrete, contratto patti di collaborazione con comitati di cittadini che stanno rendendo ogni quartiere più bello e vivibile. La digitalizzazione dei servizi al cittadino è realtà, la gestione dei rifiuti (affidata a una nuova società partecipata sorta sulle ceneri della fallenda Latina Ambiente) è sostenibile con bilanci in ordine e livelli di differenziata in crescita. I progetti dell’Università sono sempre più ambiziosi e la sede locale sta diventando meta di giovani ricercatori.

Dopo decenni di deroghe, abbiamo finalmente uno stadio agibile e presto lo sarà anche il teatro.

La Marina di Latina è ormai parte integrante della città, punto di ritrovo in tutte le stagioni con le bandiere blu e verdi che premiano il lavoro di questi cinque anni.

Da un anno e mezzo governiamo con una pandemia in corso. Il nostro sindaco-medico ogni giorno ha dialogato con la città per fornire informazioni esaustive mentre il Welfare, i Gruppi di volontari della Protezione Civile e Croce Rossa hanno dato assistenza 24 ore su 24 senza lasciare indietro nessuno.

Questo siamo noi. Una città che sta cambiando, che non vuole più essere associata alla mafia, ai voti di scambio, all’ingerenze di una parte della politica romana che cala dall’alto i nomi.

Una città dove sindaco, assessori e consiglieri di LBC, possono guardare il murale di Falcone e Borsellino senza alcuna vergogna.

(Nella foto il parco pubblico intitolato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin  nel 2018)

Maria Paola Briganti è Vice Sindaco di Latina


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