Manifestazioni fasciste a Como, cresce l’indignazione. “Autorizzazioni stonate con la Costituzione”

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L’indignazione contro le commemorazioni per i 76 anni dagli eventi che segnarono la fine del fascismo continua a crescere ed è diventata un caso nazionale. Contro la celebrazione fascista sono molte le prese di posizione di netta condanna da parte di associazioni e collettivi, oltre che di singoli parlamentari. A Dongo e Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, sono andate in scena due manifestazioni contrapposte, una dei nostalgici del regime fascista, l’altra di associazioni legate alla resistenza antifascista.
Il “ricordo” della fine del regime organizzato, con due cerimonie, dall’associazione “Mario Nicollini” era stato autorizzato sia dalla Prefettura che dalla Questura, nonostante le proteste delle associazioni dei partigiani che avevano anche avuto un incontro, infruttuoso, con il Prefetto. A Dongo il 27 aprile 1945 la colonna tedesca bloccata a Musso arrivò al capolinea, Benito Mussolini venne riconosciuto e 15 gerarchi fascisti arrestati e in seguito fucilati. Come si sa il duce stava fuggendo in Svizzera.
“Continuano a voler celebrare il fascismo del criminale Mussolini nonostante la Storia abbia già parlato. Bisogna impedirlo. Ci sono leggi e norme per impedirlo. E c’è la Costituzione. Se non è apologia questo allora l’apologia di fascismo non esiste”, ha detto Emanuele Fiano, autore di una legge contro l’apologia di fascismo. Il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha definito l’autorizzazione della questura di Como “alquanto stonata” e ha preannunciato un’interrogazione parlamentare.


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