L’estremismo della carità è l’estremismo del Vangelo

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Non fece poco rumore l’intervista che Papa Francesco concesse il 9 agosto del 2019 a Vatican Insider, supplemento di informazione religiosa de La Stampa. Quel giorno il papa  disse: “ Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. “Prima noi. Noi… noi…”: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre.” Alcune tendenze elettorali, soprattutto in Germania, non si può dire che gli abbiano dato torto. Il successo di forze politiche che tutti dicono richiamarsi a tendenze ricollegabili proprio a quanto indicato da Francesco le ha portate addirittura al governo nella Sassonia e ad altri importanti successi. Dunque Francesco non esagerava.

Ora cosa ha detto sugli anni ‘30 Francesco a Bari? Ha detto: “a me fa paura quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo. Mi fa sentire discorsi che seminavano paure e odio nel secolo”. C’è tanta differenza? Scagliarsi contro il papa la prima volta è stato ingiustificato, la storia elettorale è stata chiara e le difficoltà della CDU lo hanno confermato. Ritirarle fuori oggi come se ieri non ci fosse stato è strano, anche perché chi le scopre oggi lo aveva già sottolineato, e come, ieri.

Eppure il discorso è molto semplice e non è tanto difficile capirlo. Basta ricordarsi di qualche papa non proprio innovatore, riformista, o come dicono i critici dell’attuale papa “comunista”. Prendiamo per esempio Benedetto XV, o Pio XI. Il primo ha distinto nettamente il cattolicesimo dal colonialismo nazionalista, il secondo dal nazionalismo e dal razzismo. Dunque tra Chiesa e nazionalismo non ci voleva certo Bergoglio per sottolineare la profondità del solco. Lui lo fa nei confronti di chi usa un vocabolo nuovo per riprendere una malattia vecchia. Costoro che criticano Francesco saranno distratti fin dai loro antenati, ma sorprendersi per questo ancora oggi è proprio strano.

Piuttosto sorprende che gli stupiti, o polemici, non abbiano notato quello che davvero avrebbe dovuto sorprenderli. Due cose. La prima: il papa ha lodato un estremismo. Dunque un contatto possibile tra Francesco e i suoi critici, così propensi alla radicalizzazione? Può essere. Vediamo. Francesco ha detto infatti che di tutti gli estremismi uno solo è ammissibile: l’estremismo della carità. Ecco un estremismo che gli estremisti potrebbero finalmente decidersi a condividere trovando sintonia con un papa che spesso hanno criticato. L’estremismo della carità poi è l’estremismo del Vangelo e per loro che spesso si richiamano a presepi e rosari il Vangelo dovrebbe essere di casa.

La seconda cosa che sorprendentemente non hanno notato, nella loro attenzione per Francesco, è il suo appello per gli assiderati di Idlib. Certo, presi da altre emergenze sanitarie si saranno distratti, ma a Idlib le bombe hanno fatto un milione di sfollati in un mese e mezzo, ma nessuno se ne è accorto. Non Putin, che li bombarda, non gli iraniano, che cooperano con Putin, non Assad, che ringrazia in ginocchio entrambi, non Erdogan, che ha costruito un muro per non averli in Turchia e che non muove un dito per evitare la pulizia etnica, non l’Europa, e questo non sorprende nessuno visto che non c’è.  Non se ne è accorto certo l’ONU, che ha accettato di fingere di esistere anche se questo milione di profughi non ha neanche le tende, è formato in maggioranza da bambini e muore letteralmente congelato, come il pesce FINDUS.

Se ne è accorto Francesco, il primo e l’unico leader mondiale a parlarne all’Angelus di domenica, poco dopo aver evocato i sovranisti degli anni ‘30. I nostri estremisti, così appassionati di posizioni forti, nette, forti, avrebbero potuto almeno notarlo. Niente da fare. Nè l’estremismo della carità né l’estremismo della verità. Ma allora di che estremismo stiamo parlando?


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