Aggressione neofascista ai giornalisti de L’Espresso, il pm chiede sei anni per Castellino e Nardulli. L’avvocato Vasaturo: lesa la Costituzione

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Il pubblico ministero Eugenio Albamonte ha chiesto sei anni di reclusione ciascuno per Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli, accusati di rapina aggravata e lesioni nei confronti dei giornalisti de L’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti in relazione all’aggressione avvenuta il 7 gennaio del 2019 durante la cerimonia di commemorazione di Acca Larentia a Roma, manifestazione organizzata dai gruppi di estrema destra, ossia Forza Nuova e Avanguardia Nazionale. In questo processo, oltre ai cronisti aggrediti e al gruppo Gedi-L’Espresso, è parte civile anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, rappresentata dall’avvocato Giulio Vasaturo, il quale nell’arringa finale ha sottolineato la portata dell’azione dei due imputati volta ad impedire la libertà di stampa in generale e quella dei giornalisti vittime delle minacce e della rapina in particolare, in quanto L’Espresso si occupa spesso dell’estrema destra romana. “Nel complesso la vicenda ha portato in quest’aula la rappresentazione nitida del modus operandi dei movimenti di estrema destra e la deriva neofascista cui si assiste nel nostro Paese. Ciò che è assai grave è che la condotta posta in essere dagli imputati ha inciso sulla libertà di stampa, quale bene costituzionale sancito dalla Costituzione repubblicana ed antifascista”. Il processo è stato rinviato all’udienza al 26 marzo per la sentenza.


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