ControCorrente Lazio con i giornalisti dell’Unità: affidarla a Maurizio Belpietro è un affronto alla storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci

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Non ci sono più limiti agli attacchi alla libertà di informazione e alla mancanza di rispetto per la storia professionale e personale dei giornalisti e delle testate. L’ultimo affronto è l’aver affidato a Maurizio Belpietro la firma dell’Unità sul numero speciale di sabato 25 maggio per evitare il decadimento della testata le cui pubblicazioni sono sospese dal 1° giugno 2017.
Una scelta assurda e provocatoria fatta dalla proprietà della storica testata fondata da Antonio Gramsci nel 1924, la Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina. Un colpo, per i giornalisti in cassa integrazione, sferrato senza alcuna comunicazione al Cdr, quando un direttore che avrebbe potuto firmare il numero c’era, senza bisogno di nominarne un altro.
ControCorrente Lazio non solo esprime tutta la solidarietà ai giornalisti e ai lavoratori dell’Unità, ma respinge l’ennesimo attacco alla libertà di espressione e alla professionalità dei colleghi, perché affidare un giornale di sinistra come l’Unità a un direttore da sempre appartenente alla destra come area politica è non solo una scelta editoriale demenziale, ma un voluto colpo di spugna all’identità di un giornale: “Si tratta di un gesto gravissimo, un insulto alla tradizione politica di questo giornale e della sinistra italiana prima ancora che una violazione delle norme contrattuali. L’Unità, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio”, ha scritto il Comitato di redazione dell’Unità.
I giornalisti chiamati a confezionare il numero hanno giustamente tolto la loro firma e la mossa dell’editore è un colpo anche alla trattativa che era in corso, con il Cdr, la Fnsi e le Associazioni stampa di Roma e di Milano, per riportare il giornale in edicola: “È evidente che da ora in poi e su queste basi non c’è alcuna possibilità di trattare oltre e che i giornalisti de l’Unità tuteleranno la propria professionalità e la propria storia in tutte le sedi possibili”, scrive il Cdr, tanto più con la possibilità che la scelta di Belpietro sia più duratura.
In un momento in cui il pluralismo è decimato dalla chiusura delle testate e dal taglio dei fondi da parte del governo, una mossa del genere rompe qualunque argine di rispetto democratico.
ControCorrente Lazio è pronta a mobilitarsi in ogni modo a fianco dei colleghi dell’Unità e seguirà lo sviluppo della vicenda, anche nelle iniziative di questi giorni.

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