Annegati nel silenzio

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La condizione dei profughi nel Mediterraneo centrale ha subìto un’impennata tragica a partire dal 1° giugno 2018 ovvero da quando è entrato in carica il governo di coalizione Lega Nord – 5 Stelle. Dopo l’inizio della repressione delle Ong e la chiusura dei porti, il 20% dei migranti partiti dalla Libia risulta morto o disperso. Solo il 10% di loro ha raggiunto l’Europa, mentre il 70% è stato intercettato dalle motovedette libiche e quindi è letteralmente tornato nell’inferno dei centri di detenzione per migranti della nazione nordafricana. Dal fatidico 1° giugno ad oggi oltre 860 profughi (cui si sommano ile 150 vittime partite dalle coste tunisine) hanno perso la vita a causa delle politiche intolleranti messe in atto dal governo italiano. Una strage venti volte superiore a quella derivata dal crollo di Ponte Morandi a Genova, ma cui i media hanno concesso ben poco spazio: anche questa è intolleranza, anche questa è complicità.

Nella foto, “Mediterraneo” di Fabio Patronelli

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