La Palestina e il ruolo dell’informazione. Giovedì 21 giugno, Fnsi

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Hasbarà è la parola ebraica che significa spiegazione. Viene da tempo, largamente usata per indicare l’intensa attività del Governo Israeliano per dare alla opinione pubblica interna ed a quella internazionale le più svariate spiegazioni circa il  perché ed il come delle proprie azioni  politiche e militari relative alla occupazione della Cisgiordania e l’assedio di Gaza. Il tutto al fine di presentare Israele come uno Stato democratico, culturalmente elevato, tecnologicamente ed economicamente avanzato, per nulla coloniale. Il significato del termine è andato così modificandosi nel tempo: da spiegazione a propaganda. Hasbarà significa oggi propaganda; ed essendo la propaganda israeliana prevalentemente menzognera il significato di questa parola, di per sé nobile (cosa c’è di più bello che dare una spiegazione, o spiegarsi?) corre il rischio di degenerare in menzogna.

Così il titolo che è stato dato al libro di Amedeo Rossi  <IL MURO DELLA HASBARA’. Il giornalismo embedded del “La Stampa” in Palestina> potrebbe significare tanto Il Muro della Propaganda, quanto Il Muro della Menzogna. In ambedue i casi il significato non muta gran che, perché comunque è un muro quello che occulta agli occhi dell’opinione pubblica i veri termini della questione palestinese  e la impudenza con la quale il Governo Israeliano viola Convenzioni  Internazionali, Carte dei Diritti e Risoluzioni dell’ONU per tenere sotto scacco il Popolo Palestinese.

Venendo alla situazione italiana quel muro non è costruito solo da Israeliani; alla sua costruzione collabora  attivamente  il “giornalismo embedded italiano” che non è solo quello del quotidiano torinese ma di quasi tutti i media del nostro paese. Valga un ultimo esempio: l’eccidio (il termine ben si addice  alla decine di morti ed alle migliaia di feriti, tutti inermi e senza una sola arma) compiuto di recente dai militari israeliani al confine con la Striscia di Gaza è stato  quasi sempre riportato dai giornali scritti e parlati come “scontri”.

Di questo giornalismo embedded  – che viene meno al dovere di informare e viola il diritto ad essere informati – si parlerà giovedì 21 giugno dalle ore 17  a Roma  nella Sala Azzurra della Federazione Italiana della Stampa in occasione della presentazione che Vincenzo Vita e Vauro Senesi faranno del libro  di  Amedeo Rossi. Il dibattito sarà moderato da Luisa Morgantini. La prefazione e la postfazione al libro rispettivamente curate da Moni Ovadia ed Ugo Giannangeli non metteranno l’iniziativa al riparo delle accuse di antisemitismo. Ma si  tratterà di della solita menzogna, una delle tante che compongo il Muro della Hasbarà


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