Fca. La Fiom: mobilitazione dei lavoratori

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Dal 1 giugno, il “Workers day”, la campagna di assemblee. Piano di rivendicazione, tavolo unitario, voto democratico sul negoziato. Cassa integrazione e bassi salari

Di Alessandro Cardulli

Un negoziato sull’occupazione e sulla contrattazione: il 1 giugno, iniziative con i lavoratori di tutti gli stabilimenti Fca, ex Fiat. Un “Workers day”, come lo hanno chiamato in conferenza stampa tenuta a Torino, Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, Federico Bellono, segretario generale Fiom Torino e Francesco Percuoco, segretario Fiom Napoli. Partirà con questa iniziativa una campagna di assemblee per “condividere con i lavoratori – dicono i tre dirigenti Fiom – un piano di rivendicazione, un tavolo unitario e un voto democratico sul negoziato”. Nei prossimi giorni su questi due presupposti la Fiom consulterà gli altri sindacati e la direzione aziendale.

L’iniziativa del sindacato delle tute blu era stata annunciata qualche tempo fa in attesa fra l’altro dei  risultati che Fca avrebbe reso noti. Risultati, hanno affermato i segretari Fiom, “positivi”, ma “non è la stessa cosa per i lavoratori”. Da qui ha preso le mosse la conferenza stampa che ha avuto per protagonisti i dirigenti nazionali e quelli dei territori di Torino e Napoli perché Mirafiori, Grugliasco, Pomigliano d’Arco e Nola sono gli stabilimenti di Fca dove tutto è cominciato nel 2011, sia sul piano produttivo-occupazionale, che sul piano contrattuale e sindacale.

Parlano i segretari  Fiom, De Palma (nazionle), Bellono (Torino), Percuoco (Napoli)

La “storia” nella memoria di De Palma, Bellono e Percuoco parte dal 2011, dalle promesse che vennero fatte ai lavoratori quando furono chiamati al voto sul Contratto collettivo specifico di lavoro: certezza della piena occupazione grazie agli investimenti e ai nuovi modelli, “salari tedeschi”, partecipazione alla vita aziendale e agli utili. Sono passati otto anni, gli anni di Marchionne, il manager con il girocollo arrivato ora quasi alla fine del suo mandato. La “fotografia” che il sindacato propone riguarda tre questioni: andamento occupazionale, produttivo e salariale. Tre questioni sulle quali la Fiom esprime le dovute considerazioni per il futuro dei lavoratori.
“La situazione occupazionale e la continua richiesta di utilizzo di ammortizzatori strutturali – affermano i sindacalisti – conferma che l’obiettivo della piena occupazione nel 2018 non è stato centrato e che nei primi tre mesi di quest’anno c’è stato un aumento dell’uso degli ammortizzatori: 30 giornate di Cig pari al 50% per Grugliasco; sulla linea del Levante a Mirafiori c’è stato un impatto negativo di riduzione tendenziale del 50%; per Pomigliano oggi è al 59% in aumento del 5%, pari a 17 giornate di lavoro in meno”.

Negli ultimi dieci anni occupazione diminuisce ovunque, da Mirafiori a Pomigliano

La distanza tra le promesse e i fatti: l’occupazione diminuisce ovunque. Negli ultimi 10 anni a Pomigliano la diminuzione degli occupati è stata di circa mille persone, nel polo torinese dal 2013 ad oggi c’è stata una perdita di 1.071 lavoratori. In particolare l’emergenza per Mirafiori – affermano i dirigenti Fiom – “è resa evidente dal fatto che  il solo Levante non garantisce la piena occupazione e ad aggravare la situazione c’è la decisione aziendale di cessare la produzione della Mito entro l’anno, senza che ci sia ad oggi un nuovo modello sostitutivo. Per i lavoratori di Torino e Pomigliano permane il problema della scadenza degli ammortizzatori sociali”. Una situazione che si sta facendo sempre più pesante. La Fiom, nonostante l’esclusione dai tavoli negoziali unitari – sottolineano i segretari della organizzazione – ha proposto e firmato con il consenso dei lavoratori contratti di solidarietà utili al mantenimento dell’occupazione e ad una redistribuzione dello scarico lavorativo frutto dell’assenza degli investimenti e della mancanza dei modelli tra Alfa e Maserati, previsti nel piano 2014-2018.

Dannosa la scelta di dividere i lavoratori su obiettivi fondamentali

“È evidente un disallineamento tra gli ammortizzatori e il rilancio produttivo e occupazionale – è stato sottolineato in conferenza stampa – su cui sarebbe necessario un confronto unitario tra sindacati e direzione aziendale, ma siamo costretti a constatare che nonostante le nostre richieste permangono inaccettabili tavoli separati. La Fiom ritiene dannosa la scelta dei sindacati firmatari di dividere i lavoratori su un obiettivo che dovrebbe essere comune: la piena occupazione. Passando ad esaminare la situazione sul piano salariale   i lavoratori hanno pagato un costo molto alto  a causa delle politiche imposte dalla azienda”. Il “Contratto Fiat” prevede minimi più bassi che quelli del contratto nazionale, le tute blu hanno perso, lavorando in media il 50% in meno, circa 40mila euro dal 2010.

I dirigenti Fiom concludono sottolineando che il  “2018  sarà  un anno cruciale per i lavoratori di Fca, perché il 1° giugno l’amministratore delegato terrà l’investor day e al termine dell’anno scadrà il ‘contratto Fiat’.  Parte da queste considerazioni il piano delle iniziative annunciate, il Workers day”.

Da jobsnews


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