Turchia, Fnsi e Odg al presidio per Taner Kilic. Il 5 e 6 febbraio il sindacato alle iniziative #NoBavaglioTurco

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Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei Giornalisti hanno portato la loro solidarietà al presidio organizzato da Amnesty International Italia davanti all’Ambasciata Turca, a Roma, in segno di protesta per la perdurante detenzione del gruppo dirigente e in particolare di Taner Kilic, presidente di Amnesty International Turchia, e di centinaia di cittadine e cittadini incarcerati perché considerati oppositori del regime. Tra loro decine e decine di giornalisti. Non a caso la Turchia è stata definita ‘il più grande carcere al mondo per i cronisti’.

«Il 5 e il 6 febbraio il presidente Erdogan sarà in Italia. Chiediamo a tutte le autorità istituzionali e di governo che lo incontreranno di porre formalmente la questione dei diritti violati. Siamo sicuri, infine, che tutti i mezzi di comunicazione vorranno, in quelle giornate, dare voce a chi, in Turchia e in Europa, continua a battersi per il rispetto dei diritti umani, politici e civili», affermano Fnsi e Ordine.

La Fnsi aderirà alle iniziative che saranno promosse nelle giornate del 5 e 6 febbraio, in occasione della visita a Roma del presidente Erdogan, per ribadire la necessità che le istituzioni del nostro Paese si mobilitino affinché vengano ripristinati in quel Paese la libertà di stampa, la libertà di espressione e tutte le libertà civili quotidianamente calpestate.

Intanto ha raggiunto quota 22mila firme la petizione lanciata da Fnsi, Articolo 21, Rete NoBavaglio e altre organizzazioni di giornalisti e per i diritti umani per chiedere l’immediata liberazione di Sahin Alpay e Mehmet Altan, in carcere nonostante la Corte Suprema della Turchia l’11 gennaio 2018 ne avesse disposto il rilascio dopo aver giudicato incostituzionali le motivazioni del loro arresto.

Le firme saranno consegnate a Papa Francesco, al presidente Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che il 5 e 6 febbraio incontreranno il presidente turco.

Ad accompagnare la petizione, pubblicata su Change.org, una lettera aperta firmata dai massimi organismi internazionali di tutela degli operatori dell’informazione nella quale si chiede che negli incontri con il presidente della Turchia siano affrontate anche le questioni della libertà di stampa e dei diritti umani negati nel Paese che dal fallito colpo di stato del luglio 2016 è in stato di emergenza perenne con arresti ingiustificati di giornalisti, attivisti, intellettuali e cittadini sospettati di avere avuto complicità con la presunta rete golpista.


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