Giulio Regeni. A quasi due anni dall’omicidio mancano ancora mandanti ed esecutori materiali. Ma qualcosa si è mosso

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Ogni 25 del mese deve essere un giorno difficile in casa Regeni. E quando poi coincide con il Natale lo deve essere ancora di piu’. Paola Deffendi, la mamma di Giulio, con questa foto natalizia ha voluto farci vedere come i “popolo giallo” da cui ogni giorno si sente appoggiata sia diventata una cosa unica alla sua famiglia.  E’ stato un anno complesso quello che si sta per chiudere per la famiglia Regeni. Il primo anniversario della scomparsa e della morte di Giulio… i silenzi della Procura egiziana… il ritorno dell’Ambasciatore al Cairo. Eppure qualcosa si e’ mosso, non a caso subito dopo il ritorno del piu’ alto rappresentante diplomatico italiano in Egitto.

Pochi giorni fa gli inquirenti italiani sono tornati al Cairo e hanno ricevuto altri documenti importanti dalla Procura egiziana. Due settimane fa l’avvocato della famiglia Regeni aveva ricevuto il fascicolo dell’inchiesta. Oltre mille pagine che solo una volta tradotte, potranno dirci se contengono informazioni importanti per l’indagine. E arrivano le prime ammissioni sul coinvolgimento di elementi delle forze di sicurezza egiziane che di fatto contraddicono le prime dichiarazioni di rappresentanti governativi egiziani all’indomani del ritrovamento del corpo di Giulio con chiari segni di tortura.

Mancano ancora i mandanti e gli esecutori materiali. Ma gia’ spingere le autorita’ egiziane a simili passi e’ un successo senza precedenti, seppur ancora insufficiente per ottenere la verita’ sul sequestro, la tortura e la morte di Giulio. Eppure sono in tanti in Egitto a seguire questi piccoli progressi. Perche’ fare luce sulla fine drammatica di Giulio Regeni vuol dire fare luce su centinaia di altri casi di scomparsa,  arresti sommari e  morte violenta  di egiziani che come il nostro ricercatore sono finiti nelle mani delle forze di sicurezza.

In questi anni di frequentazione dell’Egitto mi sono convinta che sperare di ottenere i nomi che mancano sara’ dura. Pero’ questo e’ stato un anno in cui lo sforzo per far sì che venga fatta luce sulla morte di Giulio, come quella di tanti altri giovani come lui, e’ stato sicuramente importante. Prima di Natale, il ministro dell’Interno Minniti ha compiuto una visita lampo al Cairo per un incontro con il presidente Al Sisi. Non e’ un caso che poche ore dopo la visita sia stata la presidenza egiziana a far uscire un comunicato, annunciando un incontro imminente al Cairo tra gli inquirenti italiani ed egiziani. Gli egiziani vogliono farci vedere gli sforzi che stanno compiendo anche se e’ difficile credere che forniranno i nomi che interessano agli inquirenti italiani. Minniti poi aveva come interesse prioritario discutere la questione Libia, motivo principale per la “normalizzazione” dei rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto.

Tra meno di un mese ricorderemo i due anni dalla scomparsa di Giulio. Ora la famiglia Regeni deve poter contare piu’ che mai su quel “popolo giallo” che non l’ha mai abbandonata. E attendere i passi avanti della magistratura.


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