F-35 e armi di Stato: il silenzio è d’obbligo

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Una delle risorse principali della criminalità organizzata è il commercio di armi. Non è bello che lo sia anche dello Stato, ma quanto pare questo accade in Italia. L’informazione non documenta il lavoro parlamentare ma quello che il Governo vuole portare all’attenzione dei cittadini. Siamo tornati all’epoca di Craxi quando da via del Corso arrivavano direttamente ai fax delle redazioni le veline con ciò che doveva essere comunicato dai tg. Non denunciare l’ostruzionismo che viene fatto per impedire la nascita di una legge che tutelerebbe i cittadini rende l’Italia sempre meno democratica. Erano 500 mila le firme raccolte dalla petizione da Avaaz.org indetta per fermare gli acquisti dei difettosi F35.

Se la gente vuole avere informazioni su ciò che sta facendo il ministero della Difesa deve entrare nel sito americano del Pentagono, scoprirà che sono stati ordinati altri quattro F35: due convenzionali e due in versione portaerei. Costo a velivolo: 150 milioni di euro. Il 22 dicembre 2013 è stata presentata alla Camera – primo firmatario il deputato del Pd Paolo Bolognesi – una proposta di legge per istituire “l’Autorità per la vigilanza sull’acquisizione dei sistemi d’arma”, per regolamentare e rendere trasparente gli investimenti del ministero della Difesa. L’assenza di regole consente spese obsolete, costi finali maggiorati che non rispettano i contratti e soprattutto si alimenta, indirettamente, un sottobosco di intrallazzi e corruzione. La proposta di legge ha lo scopo di rafforzare il controllo parlamentare sul settore.

L’Autorità, presieduta da un magistrato della Corte dei conti, sarebbe composta da quattro membri nominati dai presidenti del Senato e della Camera. Di fronte ad una irregolarità accertata l’Autorità trasmette i rilievi al Governo e alle Camere, se il danno è erariale gli atti vanno direttamente alla procura generale della Corte dei conti. L’iter in Commissione è iniziato a gennaio 2015, a ottobre 2015 la proposta è stata associata a quella del deputato Massimo Artini del gruppo Misto a integrazione della stessa. Da allora sulla legge è calato il silenzio ma non quello del generale Tricarico, l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, che ha accusato Bolognesi di non essere un “patriota”.

Fonte: “Il Fatto”


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