“L’Italia è una terra dei fuochi”. Lo rivela l’Istituto Superiore della Sanità. Ma l’informazione balbetta

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«’O vogl’ squartat viv’», «‘o giurnalist’ je a spacc a cap’», «ve ne dovete andare». Sono solo alcune delle parole dei camorristi che hanno minacciato e aggredito fisicamente diversi giornalisti che hanno solo svolto il proprio mestiere nella Terra dei Fuochi. Nello Trocchia, Marilena Natale, Sandro Ruotolo, per fare qualche nome. Ed è proprio Ruotolo che attualmente vive sotto scorta dopo le minacce di Michele Zagaria, numero uno del clan dei Casalesi, a scrivere dal proprio profilo facebook: con la pubblicazione dell’11 gennaio a cura dell’Istituto Superiore di Sanità emerge «il più grande atto di accusa contro lo Stato, lo si aspettava da 20 anni, ora è arrivato: l’Italia è una terra dei fuochi».

Il rapporto dell’ISS giudica «in eccesso rispetto alla media regionale» il tasso di mortalità, ricoveri e tumori nell’area. L’allarme drammatico riguarda anche i bambini: «si osservano eccessi di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori e eccessi di tumori del sistema nervoso centrale, questi ultimi anche nella fascia 0-14 anni».

Dopo tante difficoltà e tante battaglie condotte da giornalisti, studiosi, comitati e società civile finalmente una notizia che determina la gravità in cui versa un’area dove è presente un’importante fetta della popolazione campana. Ma se alcuni si sono sacrificati per raccontare una terra in difficoltà e soggiogata alla camorra, i quotidiani del 12 gennaio non sembrano ritenere i dati del rapporto ISS un caso grave, al punto tale da compiere una scelta editoriale di rilievo.

Per “Il Mattino”, storico quotidiano partenopeo, la notizia va collocata nella sezione locale e solamente dopo il dibattito attorno alle comunali 2016 e la “festa dall’avvocato al barista” in doppia pagina sul Napoli, infatti, la squadra di calcio ha vinto il cosiddetto “campionato d’inverno”. E pensare che gli ultimi giorni del 2015 “Il Mattino” aveva rivelato con un’inchiesta di Gigi Di Fiore in parte le cifre contenute nel rapporto dell’ISS.

Per il “Corriere della Sera” la notizia va posta nella sezione cronache a pagina 22 e dedica un minibox nella parte inferiore della prima pagina; la vicenda non viene menzionata affatto dalla prossima quarantenne “La Repubblica”. “Il Tempo” si arrischia con il titolo ad effetto: “La Terra dei Fuochi rom: 2000 roghi”, un’inchiesta in cui dall’area campana si fa un balzo nella Capitale con tanto di mappa corredata. Il lavoro del quotidiano si concentra su “la Terra dei Fuochi de’ noantri” con il dito puntato nei confronti della situazione “esplosiva nei campi rom”: appena citata la vicenda campana che funge da allaccio per l’inchiesta romana.

D’altra parte, le parole di Sandro Ruotolo spingono ad approfondire il lavoro giornalistico e l’impegno di tutti attorno alla vicenda come necessità da cogliere in quanto sfida quotidiana non solo per chi abita queste terre:

«Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più. Non sono Howard Beale del Quinto potere. E non sono uno scienziato. Ma un giornalista che ha raccontato la terra dei fuochi. Accusato di aver “esagerato”, di essere un catastrofista. Il rapporto dell’istituto superiore della sanità è una pessima notizia per tutti, perché purtroppo certifica quello che tutti sapevano e che in tanti hanno finta di non sapere. La terra dei fuochi è diventata la terra dei morti per avvelenamento. Noi che siamo vivi non lo possiamo sopportare più».

Qui la rassegna stampa completa: http://www.iss.it/rassegna/


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