“Quartetto italiano”, colonna sonora della della democrazia

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La storia di quattro ventenni sullo sfondo dell’Italia da ricostruire, quattro musicisti che si mettono insieme nel ’45, in un quartetto che intitolano all’Italia che rinasce: Quartetto Italiano. Tre ragazzi e una ragazza: Paolo Borciani (primo violino), reggiano; Elisa Pegreffi (secondo violino), genovese; Piero Farulli (viola), fiorentino; Franco Rossi (violoncello), veneziano.

I quattro suoneranno insieme per 35 anni, saranno acclamati come “il più bel quartetto del secolo”, daranno tremila concerti e lasceranno su disco memorabili interpretazioni, da Beethoven a Webern e Stravinskij. Ma tutto questo, la loro grandezza, il loro successo, è il dopo. Nel documentario ci si ferma a vedere quattro ragazzi che fanno musica tra le macerie, in un’Italia dove tutto è da rifare.

La storia è raccontata con le testimonianze di Elisa Pegreffi, Piero Farulli, Franco Rossi e Guido Alberto Borciani, fratello di Paolo e autore di un libro di memorie sul Quartetto Italiano; con gli interventi di persone che hanno conosciuto e frequentato i quattro e hanno assistito ai loro primi concerti: da Roman Vlad, che era con loro all’Accademia Chigiana di Siena nel ‘42, al musicologo Gian Paolo Minardi che li ha ascoltati per la prima volta a Parma nel ’47, a Duilio Courir che li ha seguiti in tutta la loro carriera. Infine Maurizio Pollini che li sente per la prima volta nel ’52 a Bolzano, e nel ’74 suonerà con loro il Quintetto di Brahms.

Le immagini d’archivio dell’Istituto Luce e di cineteche straniere – dagli anni del fascismo a quelli della guerra, della Resistenza e della ricostruzione – aiutano a rievocare l’Italia di quel periodo. Il suono del Quartetto Italiano accompagna come una colonna sonora la costruzione della democrazia: le prime elezioni libere, il voto alle donne, il referendum, la Costituzione. Nel documentario sono inseriti diversi estratti delle rare registrazioni televisive del Quartetto Italiano con brani di Beethoven, Haydn, Mozart, Schubert e Sostakovich.

Produzione: Land Comunicazioni e Istituto Luce
Durata: 102’


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