Francia, la saggezza di non cantare vittoria

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E’ strano ascoltare i due vincitori delle elezioni regionali francesi: hanno vinto ma non cantano vittoria. Manuel Valls, il premier socialista, ha vinto prima denunciando a viso aperto il clima divisivo incoraggiato dal fronte nazionale (“può portare alla guerra civile”) poi decidendo di ritirare tutti i candidati socialisti dalle regioni chiave invitando al tempo stesso gli elettori socialisti a votare il candidato repubblicano pur di sbarrare il passo al fronte nazionale,operazione perfettamente riuscita: a Calais il repubblicano Bertrand ha battuto Marine le Pen grazie ai voti socialisti e in costa azzura vittoria analoga e’stata quella di cristian estrosi contro l’astro nascente Marion Marechal Le Pen. Eppure né Valls né Sarkozy cantano vittoria.

“Nessun trionfalismo”ammonisce il premier, il pericolo c’è ancora. E Sarkozy aggiunge “ora i francesi aspettano da noi molte risposte”. I milioni di voti al fronte se pure non sfociano in seggi e presidenze di regione sono la testimonianza di un disagio, di un segnale forte alla politica tradizionale perché faccia di più e meglio nell’affrontare i problemi endemici della società francese. Oggi il fronte repubblicano antilepen ha funzionato, ma se i partiti tradizionali non riconquisteranno la fiducia di elettori e militanti i problemi più seri potrebbero essere non alle spalle ma davanti a loro.  In Francia come in tutta Europa.


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