Europa flessibile ma non troppo. Caffè 28 giugno

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Apprezzamenti sì, applausi no. Questa volta Matteo Renzi non è riuscito a infondere l’entusiasmo che avrebbe voluto sui risultati del suo blitz a Bruxelles. La Stampa: “La UE apre a Renzi sui conti”, ma in sede di commento Deaglio scrive: “la delegazione italiana non ha né vinto né perso, ha ottenuto un dignitoso pareggio, proprio quello che è mancato alla nazionale”. “Sì a Junker e più flessibilità”, il Sole24Ore che, con Adriana Cerquetelli, fa intendere come la timida apertura della Merkel servirà al nostro condottiero soprattutto sul piano interno, per rendere meno periglioso l’iter delle riforme, ora che quel sostantivo, “flessibilità”, è stato adottato, sia pure con prudenza, anche dai tedeschi. “Europa flessibile ma non troppo”, precisa il Corriere.

Ma veniamo a Repubblica. Titolo “Renzi strappa il patto sulle riforme e gela l’ipotesi Letta”. Affare Letta a parte, cosa dice questo “patto strappato”?  L’analisi di Federico Fubini può sembrare sorprendente. “I leader, incluso il premier Matteo Renzi, hanno dato il loro «endorsement» (appoggio, approvazione) a un documento ufficiale che raccomanda all’Italia di fare l’opposto di ciò che aveva chiesto: il pareggio già l’anno prossimo, non nel 2016”. Non solo: «Nel 2015 (bisogna, ndr) rafforzare in modo significativo la strategia di bilancio per garantire le esigenze di riduzione del debito”. I capi di Stato e di Governo hanno addirittura inasprito il testo preparato dagli “sherpa”, dunque: “In sostanza si chiede una maggiore correzione dei conti già quest’anno”. La temuta “manovra” già in autunno?

Veniamo al pasticcio che Repubblica definisce “L’eterno duello tra i gemelli Pd”, Letta e Renzi. Cosa è accaduto? Il premier, in conferenza stampa, ha spiegato che le cariche apicali in Europa sono tre: Commissione, Consiglio, Presidenza della BCE. Dunque, essendo già Draghi nato in Italia, il nostro paese aveva già avuto: fuori Letta. E questo poteva anche starci: i giornalisti fanno domande, il premier spiega. Ma poi Renzi, con spietato sadismo, ha dovuto aggiungere chela candidatura di Letta non era mai stata in discussione e da parte di nessuno. Il Giornale chiosa: “lo schiaffo di Renzi a Letta irrita il Colle”. È così? Il premier s’è voluto rivalere, con una battuta, di consigli e pressioni del Quirinale? O semplicemente il problema è che quest’uomo, dotato di uno straordinario intuito politico, però che non sa vincere ma deve per forza stravincere? Se così fosse il nostro Segretario e Presidente avrebbe mostrato una grave pecca caratteriale. In generale chi non sa concedere ai vinti l’onore delle armi nasconde una sua segreta fragilità.

Come non è necessariamente segno di sicurezza e di serenità quel dover sempre per forza “metterci la faccia”. Titola il Fatto: “Renzi salva la Boschi. L’immunità l’ho decisa io”. Palazzo Chigi avrebbe spiegato al quotidiano di Padellaro che fu il gruppo Pd a perorare l’immunità per i consiglieri senatori e il Premier disse sì. Solo due giorni dopo Maria Elena (Boschi) avrebbe ceduto e dato l’avallo. Non sarebbe dunque da biasimare (tesi interessante nel Pd d’oggi!) se in seguito ha preso le distanze dalla Finocchiaro, lasciandola sola e facendola infuriare.

Sul Senato Giuliano Ferrara assicura che Berlusconi sta solo facendo ammuina: “triangola con i ringhiatori per dare più forza al partito del dialogo” (con Renzi). E il Corriere spiega la linea di Berlusconi. “Daremo un primo sì, poi Italicum decisivo”. Ma Renzi non deve sentirsi troppo sicuro se ieri ha reiterato l’anatema contro la “dissidenza” del Pd. Con ciò scatenando la muta degli epuratori, degli stalinisti di complemento, di quelli che spiano ogni mossa dei Chiti (“vergogna! Vuol parlare con Berlusconi e Calderoli!” E Matteo, invece?) o dei Mineo (“Scandalo, ha partecipato a un convegno che aveva per titolo democrazia autoritaria!” E come chiamare invece una democrazia in cui un governo, che governa grazie al premio di maggioranza, può cambiare persino la Costituzione?). Non ti curar di loro, come disse Virgilio a Dante. Io invece dico a Matteo: attento, questi ti portano nel fosso. Gli alleati migliori sono quelli che non portano doni avvelenati (dona ferentes). Meglio qualche critica costruttiva.

Da corradinomineo.it


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