Uber-politic

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Uber-Politic è ancora tenuta segreta. Ma già si sa che appena questa applicazione sbarcherà sul mercato, permetterà a qualsiasi persona con un I-pod  e una condanna di almeno 3 anni, di offrirsi come tangentista politico occasionale.

Ma la nuova App ha subito mobilitato la vecchia guardia.
“Noi ci abbiamo messo pesanti mazzette e anni di truffe – ha detto un veterano – par avere la licenza di tangentista e adesso arrivano questi e vogliono diventare ladri senza fare la gavetta!”
“Per diventare un buon corruttore – si è sfogato un altro – ho fatto dozzine di appalti truccati, ho preso un master in garantismo  e ho sempre puntato al giusto equilibrio tra lusso esibito e presenze al Meeting di CL. Mica è una roba che s’improvvisa!”
Intanto la voce s’è sparsa e si preparano azioni clamorose.
Portaborse, galoppini ed aspiranti mazzettisti si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio, per un presidio ad oltranza.  “Staremo davanti al Parlamento – ha detto il loro portavoce – finché non avremo la certezza che Uber Politic sarà vietata. Con la nostra attività di alta corruzione diamo lavoro a centinaia di persone e non si può mettere in crisi uno dei settori dove l’Italia è all’avanguardia, per colpa di tecnologia da strapazzo”.
Ma per fortuna la soluzione è arrivata prima del previsto.
“I possessori di licenza di tangentista professionale – ha dichiarato in serata Il Ministro degli Intrallazzi – posso stare tranquilli: Uber-Politic non passerà.  Una speciale commissione vigilerà affinché la professionalità in questo delicato snodo tra economia e politica  rimanga ai livelli di eccellenza che l’Italia vanta da decenni”.
Sembra che il ministro per rilasciare questa dichiarazione abbia chiesto una tangente. E la manifestazione è stata revocata.

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