Giornalismo sotto attacco in Italia

La nuova strategia di Hezbollah

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Il partito di Dio guidato da Nasrallah accetta il compromesso in Libano, ma sposta tutto il suo potenziale militare in Siria

Tehran ha deciso una nuova strategia, basata sul compromesso a Beirut. Ecco così che Hezbollah ha accettato un compromesso molto “remissivo”.
Il nuovo governo libanese è senza dubbio un “cedimento” per Hezbollah, infatti il partito di Dio ha rinunciato nell’esecutivo di unità nazionale a tre caselle chiave per la sua sicurezza: gli interni, la difesa e le telecomunicazioni. Non solo ha fatto questa scelta, ma ha anche accettato che alla difesa andasse quello che ha sempre definito il suo arcinemico, il generale (sunnita) Rifi. E il capo dei suoi servizi di intelligence lo è andato a visitare, ufficialmente, appena insediato. Una scelta dettata da Teheran, che ha deciso di mostrare al mondo, tramite Beirut, il volto”disponibile”. Si potrebbe pensare proprio a una svolta. Ma come non notare che è avvenuta nelle stesse ore in cui il partito di Dio compiva, su indicazione iraniana, un’altra scelta, di segno opposto: lanciare in Siria la nuova offensiva militare nel Qalamoun, quella per il controllo della nuova città-chiave, Yabroud.

Fonti internazionali assicurano che i leader del cosiddetto braccio militare di Hezbollah e quasi tutti i suoi operativi, 7mila miliziani, sono stati trasferiti in Siria.

La strategia di Hezbollah è dunque chiara: la guerra in Siria è “una guerra esistenziale” per il partito e per Tehran, che non si può abbandonare a nessun costo, il regime di Bashar al-Assad va difeso a qualsiasi costo. Ma non al costo di “rompere” il complesso processo politico-diplomatico ce lo circonda e che richiede “compromesso”in Libano.

A dimostrare che le cose stiano esattamente così e non , come si potrebbe pur pensare, all’inverso, lo ha lasciato chiaramente intendere il leader stesso di Hezbollah, Hasan Nasrallah, che subito dopo i due nuovi terribili attentati terroristici che hanno colpito la sua “Beirut-sud” ha detto di voler gestire una politica tesa ad “assorbire i contraccolpi” di questi attentati.

Questo ha un solo senso: gli attentati in Libano contro i quartieri controllati da Hezbollah continueranno, nulla e nessuno potranno fermarli, ma la guerra in Siria è una “guerra esistenziale”, che “assorbe” e “giustifica” anche questo.

 

Da ilmondodiannibale.it


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