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La scuola inglese alla fame

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Una recente indagine demoscopica svolta da YouGov – azienda specializzata in sondaggi online – sulle opinioni politiche degli insegnanti britannici dimostra che le politiche sull’istruzione volute e applicate dal governo Cameron piacciono molto poco o per niente a chi vive e lavora nel mondo della scuola.

Il dato più appariscente riguarda le opinioni di voto degli insegnanti.
L’85% – «se “domani” ci fossero le elezioni politiche generali», la domanda è stata posta così – si recherebbe alla urne. Tra questi, il 43% voterebbe per il Labour party e soltanto il 12% per i Conservatori, con il 6% ad ognuno dei “piccoli” partiti britannici (Liberali, Verdi e UKIP). Significativo, comunque, che un quarto degli elettori potenziali si dichiari indeciso.

Ma le opinioni di voto espresse non sono significative quanto le idee specifiche sul sistema scolastico che emergono dalle domande del questionario sottoposto agli 826 intervistati, lavoratori a vario titolo in tutti i settori della scuola di Sua Maestà, la Regina Elisabetta II.

Come fa notare il sito d’informazione della centrale sindacale britannica, il TUC, le riforme del governo Cameron agli insegnanti britannici non vanno proprio giù.

Il 79% degli insegnanti ritiene che l’impatto dell’azione riformatrice del governo sul sistema della scuola sia stato negativo (contro un misero 4% di soddisfatti). Il 63% afferma che più di un quinto del proprio tempo di lavoro non è dedicato ad attività che favoriscano l’apprendimento degli studenti. Il 70% dei coordinatori scolastici ritiene che, se va avanti così, non rimarrà a lungo nella scuola; proprio come più della metà del totale degli insegnanti (il 52%) pensa di fare, visti i cambiamenti del sistema retributivo e pensionistico introdotti dal governo ultraconservatore di Cameron.
Dato rafforzato dal 69% degli insegnanti e dall’85% dei coordinatori che dichiarano di non voler lavorare fino a 68 anni di età; con buona pace, pensando all’Italia, della nostra ex ministra “Choosy” Fornero.

La fame a scuola
Ma sono la crisi economica e l’austerity voluta dai conservatori e dai liberali – insieme al governo – a consegnarci il dato più singolare e stupefacente di tutta l’indagine. Quasi la metà del campione degli insegnanti (il 49%) indica in malnutrizione o fame (“Malnutrition or hunger”, in Inghilterra!) le cause degli effetti negativi registrati nella capacità di concentrazione degli allievi. Così come il poco spazio domestico (aspetto negativo per il 28% degli insegnanti) e la pochezza delle esperienze culturali (come le vacanze e i viaggi) che fanno i ragazzi (il 52%).

È il quadro di una porzione cospicua della società che non solo non somiglia più a una “classe media”, ma che sta addirittura precipitando verso condizioni simili a quelle del sottoproletariato britannico dell’Ottocento. E senza nemmeno un Dickens che le racconti…

Per saperne di più: http://d25d2506sfb94s.cloudfront.net/cumulus_uploads/document/r9niuhpjoa/YG-Archive-131202-NUT.pdf (i risultati dell’indagine di YouGov in formato PDF).

Da scenarinews.wordpress.com


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