Svolta slovena. E una donna detronizza Janša

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Alenka Bratušek, 42 anni,  laureata in tecnologie e scienze naturali, un master in manegement, deputata del partito di maggioranza relativa Slovenia Positiva, finora all’ opposizione, è la nuova premier slovena. La prima nei 22 anni di vita indipendente della Slovenia. La “sfiducia costruttiva” che ha tolto le redini del governo dalle mani di Janez Janša , dopo solo un anno dal suo insediamento , è stata votata da 55 dei 90 deputati che compongono il parlamento. L’impopolarità del governo Janša aveva toccato il culmine nelle ultime settimane. La Slovenia era ormai da mesi  che scendeva in piazza contro un governo  considerato corrotto, autocratico e eccessivamente asservito alle politiche di austerità volute  in Europa soprattutto dalla Germania di Angela Merkel.

Poco a poco Janša è stato abbandonato quasi da tutti gli alleati di governo; prima dalla Lista civica , poi dal partito dei pensionati, infine persino dal conservatore Partito popolare. E l’iniziativa è stata così presa da Slovenia positiva, il maggior partito di opposizione e quello di  maggioranza relativa. Un partito nato alle ultime elezioni attorno alla figura del sindaco di Lubiana Zoran Janković, imprenditore d’assalto culturalmente  però  vicino alla sinistra. Qualche mese fa aveva condiviso con Janša l’accusa di una mancata denuncia dei redditi lanciata ai due politici di punta sloveni dalla commissione anti-corruzione. Janković si era poi cautamente ritirato dalla guida del partito, lasciandolo in mano all’efficace Alenka Brtušek. A sotenere la Bratušek sono anche i socialdemocratici, oltre ai transfughi ex alleati di Janša. Il governo della Bratušek è un governo di centro-sinistra.

Una donna tosta, la definisce chi conosce il suo stacanovismo nell’amministrazione del governo di centro-sinistra che guidò il paese fino al 2011. E la Bratušek ha messo nel suo discorso in parlamento subito le carte in tavola: stop alle privatizzazioni selvagge, correzioni di bilancio a favore delle classi più minacciate, ripristino del ministero della cultura, accorpato da Janša in un superministero che è particolarmente odiato da scrittori, artisti operatori culturali e mondo scolastico, recupero della procura di stato da parte del ministero della giustizia, dopo che era stata consegnata al ministero dell’interno. E soprattutto una revisione dei recenti insediamenti di quadri del partito di potere, l’ SDS, alla testa di aziende pubbliche e organismi parastatali.
Ora la Bratušek ha due settimane per proporre la compagine ministeriale.


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