Dalla casa degli italiani alla città del sole (o felicità che dir si voglia)

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di Nadia Redoglia
Un po’ come dire: dal campanaro al Campanella, la campana suona sempre per chi la vuole ascoltare.
Nell’anno di grazia ’94 d.C. il campanaro apparve “roba nuova” ché, seppur aiutato dalla tv dei Puffi e Drive-in, riuscì a farsi conoscere dalla maggioranza degli italiani come l’uomo ricco e fortunato fattosi da solo in quanto autore e dispensatore di miracoli. Il popolo ciecamente gli credette e lo votò. Nell’anno 2013 d.C. però quel popolo appare un po’ perplesso, forse perché ha realizzato che, guarda caso, sono stati proprio ‘sti 18 anni di guru-governo a fargli lievitare il patrimonio personale alla soglia dei 4 miliardi?! Stante il fatto che quel guru lì sta pensando d’alienarne una bella fetta, sì da poter sublimare ogni dubbio contemporaneo, può pur essere che c’abbiamo preso.
Certo, circa 20 anni per instillarsi qualche dubbio (si badi: mica ancora certezze) sulla conflittualità d’interessi sono un po’ tantini. Ma, meglio tardi…Già, infatti fu proprio quel guru a definire il livello degli italiani pari a quello di studenti di seconda media e neppure troppo bravi…

A proposito di “roba nuova”, ormai esaurita quella di 20 anni fa, il leader M5S (chiamarlo comico è irriverente: quando Reagan era presidente Usa, mica più lo chiamavano attore) ha pensato bene di riesumare Campanella, ovvero la new town della gioia: il diritto alla felicità.
E’ preoccupante. Se per il primo si poteva accampare la giustificazione di non conoscerlo ancora bene, con il secondo questa scusa non regge, ché lo conoscono tutti (qualche sintesi http://espresso.repubblica.it/dettaglio/grillo-razzismo-e-bufale/2150945).

Meglio tardi? Evidentemente questi sono proprio convinti che lo siamo.


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