Colloqui tra Tsipras, Merkel e Hollande a Riga. Estensione di quattro mesi per il risanamento del debito greco?

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Di Pino Salerno

Il quotidiano londinese The Guardian ha appreso da fonti ritenute attendibili che sul tavolo delle trattative tra la Grecia e i creditori internazionali potrebbe esserci una estensione ulteriore di quattro mesi per il risanamento del debito. Se ne parlerà, prosegue il Guardian, nella tarda serata di giovedì a Riga, in Lettonia, dove è in corso il summit dei paesi UE con i paesi dell’Europa orientale. È previsto un incontro riservato tra Alexis Tsipras e Angela Merkel, con la probabile presenza del presidente francese Hollande, intenzionato, sembra, a costruire un ponte tra le esigenze contabili greche e le aspettative dei creditori. Per questa ragione, nonostante la cautela espressa dal ministro tedesco delle Finanze Schauble, pare che la proposta sarà attentamente considerata nel corso dei colloqui previsti giovedì sera a Riga.

Le fonti del Guardian sono dirigenti del governo tedesco che hanno una stretta conoscenza dello stato dei negoziati e dei diversi scenari che si aprono. Essi hanno detto al quotidiano che la prospettiva di far respirare Atene ancora per quattro mesi, mentre si attende la lista dettagliata del piano di riforme, viene attentamente vagliata. “Un alto dirigente tedesco, parlando nel modo più misurato possibile”, scrive il Guardian, “lo ha descritto come un esito possibile che merita una discussione molto seria. Sarebbe estremamente logico. Se non dovesse accadere, vedremmo uno scenario come quello cipriota con controllo dei capitali e banche chiuse… molto molto prossimi all’uscita della Grecia dall’euro”.

La nuova estensione pare l’unica risorsa possibile per la Grecia

La misura della restituzione del debito si fa pesantissima per la Grecia, che deve 6.2 miliardi di euro alla BCE entro luglio e agosto, e la finestra della nuova estensione pare l’unica possibile per forzare la mano di Tsipras. In cambio, il governo antiausterità di Syriza dovrebbe produrre un pacchetto credibile e comprensivo di riforme tale da convincere i creditori che Atene è finalmente determinata a concentrarsi sul piano di riforme. Una delle fonti del Guardian afferma: “la grande sfida è che non sembri la ripetizione della estensione che abbiamo concordato in febbraio. Dovrebbe essere molto diversa perché quella soluzione ci ha condotti al punto in cui siamo oggi. C’è un solo modo per creare un ponte finanziario come questo e riguarda la parte europea, se crede o no che indurrà a fare le riforme”.

Il parere positivo degli esperti: possono servire per il referendum o per le elezioni anticipate

Altri esperti consultati dal Guardian esprimono aperture sulla concessione di altri quattro mesi di negoziati in stallo, e sostengono che in realtà essi potrebbero essere utili sul piano politico, o per tenere il referendum sull’euro oppure per giungere ad elezioni anticipate in Grecia in autunno. I sondaggi infatti dicono che al referendum vincerebbe di gran lunga la permanenza nell’euro, e se si andasse ad elezioni Syriza otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi. Entrambi questi scenari, dettati appunto dall’accordo ponte di giovedì, consentirebbero a Tsipras di affrontare i militanti del suo partito convincendoli del compito straordinariamente difficile che Syriza si è imposto al governo: restare nell’area euro e nello stesso tempo sradicare ogni politica di austerità. Kevin Featherstone, che guida l’Hellenic Observatory, afferma: “questo scenario ha senso perché offre un tempo sufficiente alla Grecia per tenere il referendum o le elezioni, ed entrambi darebbero un rafforzamento delle posizioni di Syriza. È l’unico scenario che lega due paesi, Germania e Grecia, e i loro premier, Merkel e Tsipras, e non ho dubbio che il loro colloquio sarà fruttuoso”. Il professor Featherstone guarda alle scelte di Tsipras in questo modo: o sarà il primo leader europeo antiausterità che coglie l’occasione di emergere come il leader di tutto il centrosinistra, oppure avrà un ruolo solo nei libri di storia come il primo leader greco che è stato sbattuto fuori dall’euro e nel caos. “Dipende da ciò che vuole essere”, continua Featherstone, “deve ancora scegliere tra rimanere dentro l’eurozona e mettere in pratica le necessarie concessioni oppure alleviare le sofferenze dettate dall’austerità e lasciare l’eurozona”. Featherstone tuttavia aggiunge che qualunque accordo quasi certamente riconoscerà il desiderio del governo di alleviare il disagio sociale greco. “Sono certo”, conclude Featherstone, “che Tsipras cercherà di fare il suo meglio”.

L’appello di Manolis Glezos, il 92enne partigiano, leggenda della sinistra greca

Non vi è dubbio che in questo momento Tsipras e il suo governo sentano la pressione della parte più radicale di Syriza. Nel corso della mattinata di giovedì è stato Manolis Glezos, la leggendaria figura della sinistra greca, a chiamare i greci in strada e ha descritto la UE e il Fondo Monetario come “sadici”. “Questo è il momento di mostrare che abbiamo mantenuto fede alla ideologia della Resistenza”, ha detto Glezos, che oggi ha 92 anni e venne reso celebre quando, da partigiano, strappò via la bandiera con la svastica nazista dal Partenone. “Diciamo alle generazioni che verranno di occupare le strade per dimostrare a coloro che traggono profitti che non abbiamo più sangue da dare…”, ha gridato Glezos, “e diciamo al nostro governo che siamo con lui, a meno che non faccia passi indietro. Ora è il momento di mostrare a tutti che abbiamo conservato la memoria della libertà”.

Da jobsnews.it


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