Giornalismo sotto attacco in Italia

Il secolo lungo

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Riccardo Orioles

Americani e sovietici si fronteggiano in cagnesco nel Medio Oriente. Le basi missilistiche sono già in pre-allerta. Il contadino Brasi, che ha uno sputo di terra dalle parti dell’Anapo, non ne ha la più pallida idea, eppure è profondamente coinvolto. La principale base americana del Mediterraneo, infatti, si trova a pochi chilometri da Brasi. Da lì partiranno i missili e li, burocraticamente, il nemico ha già puntato i missili di risposta. I ragazzi nostri, che leggono la tv e guardano i giornali, si sono già precipitati davanti ai missili, a difendere Brasi.

Urlano, mostrano i pugni, suonano pure chitarre (per loro è molto difficile far la faccia feroce, non sono professionisti dell’odiare), invocano re e governi perché non ammazzino ancora, proclamano “siete contro la legge”. Dall’altra parte i computer lampeggiano e le punte dei missili si spostano lentamente, annusando i cristiani.

E siamo a Niscemi o a Comiso, nel sanguinoso Novecento o nel razionale Duemila; ed è Sara che grida accanto a Andrea, o Antonella con Jochen – non è cambiato niente. I ragazzi di qua, i missilidall’altra parte. E in mezzo Brasi con sua moglie e i figli, e i vicini di Ahmed e quelli di Brasi, carne umana innocente che sta lì, come sempre, a far bersaglio alla Storia. Ed anche le viltà sono quelle di sempre: ministri e governatori ponzi-pilati (“Comiso serve alla pace”, “non toccheremo Niscemi”).

No, che non è finito il Novecento. Altro che secolo breve, altro che muri che crollano, altro che mondo nuovo. Comandano sempre gli stessi, con passi che rimbombano e zanne da dinosauro feroce. Buon Dio non dice niente, né i padroni del mondo avranno – anche stavolta – pietà o paura. Tocca a noi, ai senza forza, a noi che siamo armati solo di sangue e carne e di pensieri.

Non si può lasciar sola Comiso –volevo dire Niscemi. Senza cadere nelle provocazioni e nelle trappole che i padroni non mancheranno, anche ora, di metterci davanti, dobbiamo far muro ai missili, alle antenne che li armano, ai bombardieri-robot che fra pochi mesi cominceranno a uccidere i loro vneti-trenta uomini donne e bambini al giorno. Non sarà a Niscemi che vinceremo, ma è davanti a Niscemi che dobbiamo andare.

Loro coi droni e i missili, noi con la nostra musica e con la pace. La battaglia decisiva non si svolgerà nei loro Armaggedon ma nei cuori e negli animi di tutti gli abitanti del pianeta. Non possono ucciderci tutti.

Perciò chi ha una chitarra l’impugni, e venga qui a Niscemi-Comiso a fare muro

da isiciliani.it


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