Calderoli offende Kyenge ma non si dimette? È colpa della classe dirigente

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Gli insulti che vice presidente del Senato Roberto Calderoli ha indirizzato alla Ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge rivelano una mancanza di rispetto non solo a Kyenge come una persona nera, ma come donna e componente del governo.  Quello di Calderoli non era una battuta da comizio come ha cercato di giustificarlo all’inizio. Era sicuramente una frase studiata apposta per offendere. Paragonare una persona nera ad un orango è un modo implicito per dire che la persona è primitiva.  I leghisti comunque sono abituati ad urlare queste frasi razzisti ed offensive contro gli immigrati. E si capisce che faticano ad accettare il fatto che Kyenge sia Italiana e Ministra della Repubblica Italiana. Quante volte i dirigenti leghisti si sono rivolti a Kyenge come ministro congolese? Il loro concetto della cittadinanza non si è ancora evoluto.

È da notare che nessun leader leghista ha condannato Calderoli per la sua frase offensiva. Il segretario della Lega Roberto Maroni, e tanti altri dirigenti del partito si sono limitati a dire che “Calderoli ha sbagliato e ha chiesto scusa.” Per loro si può offendere e poi chiedere scusa e tutto finisce li. Anche questo è da aspettare dai leghisti. In fatti è già tanto che Calderoli abbia chiesto scusa.  Il vero problema sta in Parlamento, da dove stanno arrivando i messaggi molto ambigui su questa faccenda.
Abbiamo sentito tanti deputati e senatori condannare Calderoli e chiedere le sue dimissioni. Ma la mia domanda è questa: Quanti dei deputati e senatori che chiedono le dimissioni di Calderoli sono veramente convinti che si deve dimettere? È una cosa urlare “dimettiti!”, ed è un’altra agire per spingere uno a dimettersi.
Ed è stato proprio Calderoli a confermare che non ha ricevuto le richieste di dimettersi. Oggi in Senato ha detto: “Sono un vice presidente di opposizione. Avrei dovuto rispondere solo a chi mi ha votato” ma “sarei stato pronto a” dimettermi “se le forze politiche me lo avessero chiesto”. Ha aggiunto: “Sarei stato pronto a dimettermi se ci fosse stata una altissima maggioranza dei capigruppo ma così non è stato”.
Questo comportamento della classe dirigente è molto sbagliata perché dimostra che tollerano questi comportanti razzisti ed offensivi. Se volevano mandare un messaggio forte contro razzismo e un richiamo alla moderazione del linguaggio politico, il minimo che potevano fare era di costringere Calderoli a dimettersi subito. E non solo, proprio da loro poteva partire una denuncia nei confronti di Calderoli per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Il giorno che faranno questo, le cose inizieranno a cambiare.

* Stephen Ogongo è un Keniota che vive in Italia. Scrive per Africa News, un giornale per gli Africani in Italia. Africa News è una testata di Stranieri in Italia, una casa editrice che si specializza nelle pubblicazioni per gli immigrati in Italia. Stephen è anche docente di comunicazione alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.


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