La Procura di Palermo ha deciso nel caso OpenArms,di puntare direttamente alla Corte di Cassazione.
Secondo i PM: “L’assoluzione non supportata da ragioni giuridiche”.
Il ministro Nordio reagisce:
“È da paese incivile, rimedieremo” mentre la premier Meloni scrive sui social:
“È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni – a un ministro che voleva far rispettare la legge – concluso con un’assoluzione piena.
Mi chiedo cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia”.
”Se Salvini è imputabile per quello che fece mi ritengo moralmente imputabile anche io”. Così dichiara l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, nel periodo dei fatti contestati, era capo di gabinetto di Salvini ed entrò come coindagato nell’inchiesta, poi stralciato dal procedimento.
Dunque la Procura di Palermo ha presentato direttamente alla Corte di Cassazione il ricorso contro la sentenza che ha assolto dai reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio il leader della Lega Matteo Salvini per la vicenda Open Arms.
Il leader della Lega, vicepremier e ministro dei Trasporti era accusato di aver trattenuto illegittimamente a bordo della nave della ong Open Arms un gruppo di migranti soccorsi in mare nell’agosto del 2019, impedendo per diciannove giorni lo sbarco a Lampedusa a 147 migranti, tra cui 27 minori, soccorsi in tre distinte operazioni dalla ong spagnola Open Arms.
Il 20 dicembre scorso, Salvini era stato assolto mentre i PM ne avevano chiesto la condanna a 6 anni di carcere.
Secondo i giudici di primo grado, “l’assegnazione del Pos (place of safety) non spettava all’Italia” e di conseguenza a Matteo Salvini, mentre Open Arms sbagliò a restare in “ostinata attesa” di un porto sicuro nel nostro Paese.
In sentenza è stato però stabilito che il divieto di ingresso in acque italiane era illegittimo, strumentale e basato su “mere congetture”.
Secondo il giudice di primo grado concedere il Pos solo dopo aver ottenuto dagli altri paesi europei un accordo per la redistribuzione adottata dal governo Conte Uno e quindi anche da Salvini, non si basa su normative e per questo è “quanto meno opinabile”.
La scelta del cosiddetto “ricorso per saltum”permette di saltare un grado di giudizio per portare il caso davanti alla Suprema Corte.
Ma cosa significa?
Il ricorso per saltum in Cassazione, nel diritto processuale penale italiano, è la possibilità di impugnare direttamente una sentenza di primo grado davanti alla Corte di Cassazione, saltando il grado di #appello. Questo “salto” è possibile solo se entrambe le parti (imputato e pubblico ministero) sono d’accordo nel rinunciare all’appello.
L’ Art. 569 del Codice di Procedura Penale infatti disciplina il ricorso per saltum, permettendo di proporre direttamente ricorso in Cassazione avverso una sentenza di primo grado, senza passare per l’appello.
Ma affinché il ricorso per saltum sia valido, è necessario che entrambe le parti (imputato e pubblico ministero) siano d’accordo nel rinunciare all’appello, così da proporre direttamente ricorso alla Corte di Cassazione.
Il ricorso per saltum è generalmente ammesso solo per motivi di diritto relativi alla violazione di legge, ovvero quando si contesta la corretta applicazione delle norme da parte del giudice di primo grado.
Non è possibile ricorrere per saltum per motivi che riguardano l’acquisizione o la valutazione delle prove.
La Procura ha optato per questa procedura sostenendo che il verdetto di assoluzione non confuti la prospettata ricostruzione dei fatti che dunque risultano accertati, ma si limita, interpretando male leggi e convenzioni internazionali, ad affermare che l’Italia non aveva l’obbligo di assegnare alla nave spagnola un porto sicuro (Pos).
Inutile dunque sarebbe, per i pm, un nuovo processo d’appello.
Col ricorso ‘per saltum’ la Cassazione potrà:
1) rigettare il ricorso e confermare la sentenza assolutoria.
2) accogliere il ricorso annullando la sentenza con rinvio per un nuovo processo di primo grado.
3) accogliere il ricorso ritenendolo ‘atto d’appello’ con rinvio per un processo di secondo grado.
In altri termini, se il ricorso per saltum sarà accolto, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza di primo grado e rinviare la causa al giudice di appello competente, oppure al giudice di primo grado se il vizio accertato rientra tra quelli che, se fossero stati proposti in appello, avrebbero comportato l’annullamento della sentenza da parte del giudice di secondo grado.
Il ricorso per saltum è una procedura poco utilizzata dalle parti processuali, in quanto richiede l’accordo di entrambe le parti a rinunciare all’appello e soprattutto limita le possibilità di sindacare i vizi della sentenza.
A questo punto, restiamo in attesa dell’esito.
