Dal 15 al 26 ottobre la Capitale riaccende i riflettori per la 20ª edizione della Festa del Cinema con opere provenienti da 38 Paesi e un programma che andrà a coinvolgere un numero crescente di location cittadine.
Presentato in conferenza stampa all’Auditorium Parco della Musica lo scorso venerdì 19 settembre, l’attesissimo programma della prossima edizione della Festa del Cinema, che prenderà avvio il prossimo 15 ottobre per protrarsi fino al 26 ottobre, trasformerà la Capitale nel cuore pulsante della settima arte.
20 candeline rappresentano un traguardo significativo che consolida la kermesse come uno degli eventi culturali più attesi anche a livello internazionale. In tal senso basti pensare che l’edizione 2024 ha traguardato le 110mila presenze e l’auspicio è quello di avere numeri ancora più significativi.
Un programma tra grandi nomi e talenti emergenti
Il programma è un sapiente mix di grandi anteprime mondiali, film d’autore, retrospettive e documentari, per un totale di oltre 150 titoli provenienti da 38 Paesi, pensato per offrire una panoramica completa del panorama cinematografico contemporaneo offrendo uno spazio crescente agli autori indipendenti.
La locandina 2025 è un omaggio a Franco Pinna (una foto di scena del capolavoro di Fellini “Giulietta degli Spiriti”), uno dei maggiori fotografi italiani del Novecento, che verrà celebrato anche attraverso tre mostre che si svolgeranno fra l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, la Casa del Cinema e Via Veneto.
Previsti omaggi anche a Pier Paolo Pasolini, Claudio Caligari e Carlo Rambaldi.
Il regista iraniano Jafar Panahi – che presenterà al pubblico capitolino il suo nuovo film “Un simple accident”, Palma d’Oro al Festival di Cannes 2025 – sarà insignito con il Premio alla Carriera nel corso della Festa: il riconoscimento gli verrà consegnato dal regista premio Oscar® Giuseppe Tornatore. L’edizione di quest’anno introduce importanti novità che rafforzano il profilo internazionale del festival. Debutta il Premio al Miglior Documentario, che sarà assegnato da una giuria internazionale. Viene inoltre istituito il Premio “Ciak per i diritti dell’infanzia”, promosso in collaborazione con Save the Children. Tra i riconoscimenti più attesi, l’Industry Lifetime Achievement Award sarà consegnato a Lord David Puttnam. La giuria di questa edizione sarà presieduta da Paola Cortellesi, che avrà il compito di assegnare i premi nelle sette categorie principali, tra cui Miglior Film e Miglior Regia.
Un programma tra Italia e mondo
La selezione di quest’anno si distingue per una grande varietà di sguardi e generi. L’Italia è rappresentata da numerosi titoli tra cui spiccano film in concorso come “40 secondi” di Vincenzo Alfieri, “Gli occhi degli altri” di Andrea De Sica e “Illusione” di Francesca Archibugi. Non mancano omaggi alla cultura popolare e a figure iconiche come Rino Gaetano e Anna Magnani.
La selezione internazionale si preannuncia altrettanto ricca e sorprendente, con titoli attesissimi come “Dracula – L’amore perduto” di Luc Besson, “Hamnet” di Chloé Zhao e “Deux Pianos” di Arnaud Desplechin. A testimoniare la capacità della Festa di affrontare temi attuali, saranno presentati anche film come “Palestine 36” e “The Librarians”, che denunciano le tensioni del nostro tempo.
Il cinema come antidoto al presente
La direttrice artistica Paola Malanga ha sottolineato il ruolo del cinema come strumento di resistenza culturale in un’epoca di grandi conflitti. “La Festa del cinema di Roma non è una bolla rispetto a quello che sta accadendo: abbiamo il racconto dei tanti conflitti e di fronti di guerra, ma ci sono anche la musica, la letteratura, gli scrittori, una serie di antidoti a partire dalla bellissima fotografia di Franco Pinna che abbiamo scelto come poster. Viviamo in tempi estremamente duri, e abbiamo bisogno di tutte le arti che abbiamo, qui attraverso la forma del cinema.”
Oltre alle proiezioni, la Festa si estenderà a tutta la città con eventi che toccheranno carceri, ospedali e scuole, ribadendo la sua missione di celebrare la settima arte non come una ‘bolla’, ma come un antidoto e un ponte verso la comunità.
