Il Cantiere digitale. La protezione della vita umana è il più importante degli investimenti

0 0

L’indignazione e il dolore per le stragi che si vanno accumulando, l’una sull’altra, come quelle di Brandizzo, Firenze, Suviana e Casteldaccia, sono l’ovvia e giusta reazione emotiva a eventi che appaiono tanto tragici quanto ingiustificabili.

Ma la reazione emotiva deve essere accompagnata da atti concreti intesi a ridurre i rischi che si sono manifestati in tutti quei disastri.

Con questo spirito di concretezza nacque, nel 2008, il Decreto 81 del Governo Prodi, che, con la mia squadra, realizzai da ministro del Lavoro insieme a Livia Turco, all’epoca ministro della Salute. Voglio ricordare i tre punti che rappresentano la filosofia di quel provvedimento: prevenzione, formazione e repressione. È ovvio che i primi due sono i più importanti, perché sono quelli da attuare a monte dei potenziali incidenti. La “repressione”, poi, serve come azione di ultima istanza verso chi non adempie alle proprie responsabilità, e si esercita attraverso i controlli e le sanzioni. A questi tre pilastri è necessario e, oggi, fattibile, aggiungerne un quarto: l’innovazione, a seguito dell’irruzione della digitalizzazione e della rivoluzione costituita dalla Intelligenza Artificiale. 

Ma, purtroppo, è facile osservare come il Governo Meloni sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si muova in modo ondivago e contraddittorio. L’Esecutivo si trova di fronte ai colossali investimenti, che stanno arrivando col Pnrr, per realizzare opere infrastrutturali imponenti. Ma, davanti al fatto che ci sarà un’enorme iniezione di risorse da investire in centinaia di grandi cantieri, questo Governo non dimostra la necessaria consapevolezza del salto di qualità necessario sul terreno della sicurezza. 

In primo luogo, la liberalizzazione della catena degli appalti va nella direzione opposta a quella della salute e sicurezza sul lavoro. Brandizzo, Firenze e Casteldaccia ne sono esempi evidenti. Ovviamente, per questi disastri si rende necessario attendere la chiusura delle inchieste delle autorità competenti per comprendere l’esatta dinamica dei singoli incidenti. 

In secondo luogo, il Governo concepisce come misura di contrasto agli incidenti sul lavoro la “patente a crediti”, ben diversa dalla “patente a punti” prevista nel Decreto 81. La misura del Governo Meloni viene intanto introdotta solo per l’edilizia, mentre il Decreto 81 prevedeva che si potesse estendere a tutti i settori. Inoltre, la misura adottata dal Governo, piuttosto che fondarsi sul meccanismo di qualificazione dell’impresa, come condizione necessaria per poter accedere agli appalti pubblici, e non esserne esclusi, prevede un vago meccanismo di perdita o recupero dei crediti, peraltro demandato ad un futuro Decreto ministeriale. Dunque, accanto a qualche passo avanti, come il riconoscimento degli stessi standard contrattuali lungo tutta la catena d’appalto, che è stata una battaglia delle opposizioni in Parlamento, si registra da parte del Governo un passo indietro nel prevenire e sanzionare i comportamenti colpevoli delle aziende al fine della loro esclusione dalle gare. 

Come sottolineato sopra, sono però prevenzione e formazione gli strumenti cardine per evitare questi orribili eventi.

Il passo si può fare partendo dai settori più a rischio. Ad esempio, con la mia proposta del cantiere digitale. Abbiamo visto come, nel cantiere Esselunga di Firenze, non tutti gli operai avessero lo stesso contratto, con sacche di lavoro irregolare e, soprattutto, una totale mancanza di coordinamento nei lavori. Cantiere digitale vuol dire l’uso della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale non solo per l’aumento della produttività, ma anche per la tutela dell’integrità psicofisica delle persone che lavorano. Sarebbe una vero processo di aggiornamento del Decreto 81. Si pensi al badge identificativo della persona e del contratto adottato (nel caso dei cantieri obbligatorio quello dell’edilizia perché contiene anche il corretto livello di formazione rispetto al lavoro da svolgere): basta con le speculazioni sul costo del lavoro. E, ancora, si pensi all’inserimento di microchip nel casco, nelle scarpe e nei guanti antinfortunistici e nelle imbracature, al fine di segnalare anomalie o il mancato uso da parte dei lavoratori di tali dispositivi di protezione: se non vengono indossati si ferma il lavoro della squadra perché scatta l’allarme digitale. E poi, guardiamo anche all’importanza della mappatura digitale del cantiere perché non possa avvenire che il lavoratore si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La squadra di Firenze lavorava al di sotto del luogo di posizionamento della trave che è crollata. Prevenire è il metodo fondamentale per salvare vite. E la protezione della vita umana è il più importante degli investimenti.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21