Mobilitazione di Articolo 21 Piemonte contro tutti i bavagli

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Sabato 13 Aprile andrà in scena la seconda mobilitazione di Articolo 21 Piemonte, contro i “bavagli” alla Costituzione.
Eleggeremo simbolico domicilio in piazza Castello (Torino) presso la lapide che ricorda il pastore valdese Goffredo Varaglia che pagò con la tortura ed il pubblico supplizio la propria libertà di espressione.
Manifestare in piazza Castello di sabato pomeriggio significherà, tra l’altro, accettare la sfida di parlare a chi non ci aspetta e non si aspetta parole di denuncia come quelle che avremo.
L’appuntamento per NOI sodali è alle 15 davanti al Comune di Torino. Da lì ci sposteremo verso piazza Castello, attraverso Via Garibaldi. Lo spostamento servirà a richiamare l’attenzione e sarà impreziosito da musici al seguito, coordinati da Nadia Bertuglia (presidente dell’associazione ORME) che ringrazio cordialmente fin d’ora, unitamente a Diego Montemagno (presidente di ACMOS) che procurerà l’occorrente tecnico.
Arrivati in piazza Castello ci disporremo in cerchio nei pressi della lapide che ricorda Goffredo Varaglia (deporremo fiori e lumi) ed ascolteremo alcune testimonianze di Elena Ciccarello, Elena Miglietti, Alex Rocca, Luca Sardo, Armando Spataro.
Conclusione prevista entro le 17

Nell’occasione saranno consegnate le tessere a coloro che hanno fatto la donazione.

Chi era Goffredo Varaglia?

Il 29 marzo 1558 il pastore valdese Goffredo Varaglia veniva ucciso sul rogo in piazza Castello a Torino in seguito al processo intentato contro di lui dall’Inquisizione.

Varaglia era nato a Busca, in Val Maira, nel 1507 e, dopo aver frequentato le scuole francescane, era stato ordinato sacerdote nel 1528.
Successivamente aderì alle idee della Riforma protestante, frequentò l’Accademia di Calvino a Ginevra e da qui, in qualità di pastore, venne mandato in Piemonte per predicare nelle valli valdesi.
Dopo una disputa teologica, tenutasi pubblicamente a Busca con il frate Angelo Malerba, viene arrestato a Barge (CN) dall’Inquisizione dove subì un primo interrogatorio, e poi condotto a Torino per essere rinchiuso nelle carceri del Parlamento.


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