Giornalismo sotto attacco in Italia

I cento anni di Marlon Brando

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In una recensione di “Master e commander” (2003) su “Primafila”, individuai in Russel Crowe l’erede di Marlon Brando. Alla scomparsa di Brando (2004) proprio Crowe affermò di avere preso come modello Marlon. La linea di continuità artistica fu confermata, qualche anno dopo, quando fu ritrovata una lettera di Brando a Crowe (mai spedita) in cui il grande attore americano consacrava proprio l’australiano come suo “legittimo erede”. Ma soltanto nella professione.
Invece quello che caratterizzò particolarmente Brando, oltre ad essere il più grande attore di tutti i tempi, fu il suo grandissimo impegno civile. Nei primissimi anni ’60 Marlon lottò per la difesa dei diritti delle minoranze, neri e nativi, attirando le “attenzioni” di CIA e FBI. Clamorosa fu la sua rinuncia al suo secondo Oscar, che fece ritirare ad una nativa americana. Molti anni dopo, mettendo in guardia Oliver Stone (dopo JFK), narrava di vari avvelenamenti che aveva subito, con bassi dosaggi, per spegnere la sua lotta per la giustizia. Putin ne ha tratto insegnamento. Anche le sventure capitate ai suoi figli possono essere state una vendetta trasversale, di stampo mafioso. Per questo visse a Tahiti, protetto dall’unico stato che, ancora oggi, tutela la cultura: la Francia.
Ancora oggi, per i suoi cento anni, il più influente attore vivente nel XX secolo (Time) è bistrattato dai mass media che esaltano una “cultura” che tutto fa tranne che far pensare. Personaggi più che squallidi hanno avuto glorificazione per il secolo dalla nascita (basti pensare ad un nostro imprenditore), mentre per Marlon Brando un silenzio quasi totale. Ovviamente un sistema culturale/ informativo che distrugge le capacità di analisi non può ricordare una grande uomo di cui certamente sentiamo la mancanza. Il fine ultimo, di tutto quanto oggi è rappresentato, è lo stupore/terrore; stampa, televisione, cinema, arte, teatro, musichette varie hanno un solo fine: la perfetta alienazione. Stupore fa rima con cuore e amore, come nelle canzonette che monopolizzano audio e video. John Lennon ci guarda da lassù.
Ma la capacità artistica di Marlon Brando non potrà essere cancellata, anche se pochissimi dei suoi splendidi film sono trasmessi. Perché nelle sue interpretazioni, sempre lievemente “sopra le righe”, si riesce a capire il messaggio totale, quel “chiaror tra le righe” che accende la mente e i cuori.


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