Trattenuto in questura a Padova un cronista de “Il Mattino” senza contestazione di reato. L’allarme sui bavagli si estende alla libertà personale

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Era il novembre scorso quando un giornalista collaboratore de La Repubblica a Messina veniva fermato e trattenuto arbitrariamente per ore nella locale questura. Non un una risposta in questi mesi su questo episodio grottesco, se non informalmente un imbarazzo degli ambienti del Viminale. Adesso si replica a Padova, dove, dopo una manifestazione di ecoattivisti, un altro cronista, questa volta collaboratore de Il Mattino di Padova, è stato trattenuto per ore e ore in questura, non si sa bene per quale motivo o fatto o contestazione di reato.
“Un altro episodio incomprensibile che colpisce di fatto l’esercizio della libera stampa nel nostro Paese”, dice Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra, che già sul caso di Messina ha presentato un’interrogazione parlamentare e che anche sul caso di Padova si appresta a depositare un atto di sindacato ispettivo parlamentare.

“È evidente che nei prossimi giorni – prosegue il leader di SI – dovranno dare spiegazioni su questa vicenda il ministro dell’Interno in Parlamento, e i vertici della polizia. Esprimiamo solidarietà al giornalista, ai suoi colleghi della testata coinvolta e alle organizzazioni sindacali dei giornalisti. Esercitare appieno il diritto a poter svolgere il mestiere di giornalista – conclude Fratoianni – è uno dei punti qualificanti di una democrazia, nessuno dovrebbe mai dimenticarlo”.
(Nella foto Nicola Fratoianni)


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