Inchiesta su CpR di Palazzo San Gervasio: interrogazione di Verdi Sinistra

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«Qui si gioca la credibilità dello Stato» ha detto pochi giorni fa il Procuratore Capo di Potenza a commento dell’inchiesta che ha portato all’arresto di un ispettore della Polizia e ad altre tre misure interdittive per le violenze fisiche e psicologiche che sarebbero state perpetrate né stata in presidio per chiedere che si faccia chiarezza sui fatti che sono accaduti e che, si legge ion una nota dei promotori, «temiamo accadono ancora oggi nei confronti dei trattenuti nel Cpr di Palazzo San Gervasio. Quello che è emerso dall’inchiesta della Procura di Potenza e già portato all’attenzione dell’opinione pubblica da inchieste giornalistiche e da denunce di cittadini e associazioni in questi anni, sono fatti preoccupanti che ledono i diritti della persona umana e colpiscono tutta la nostra comunità». Al presidio ha aderito anche Articolo21.

Intanto però la vicenda è anche oggetto di un’interrogazione parlamentare al governo  a firma degli onorevoli Nicola Fratoianni e Marco Grimaldi (Verdi Sinistra).

«Vogliamo sapere dal governo se intende riconsiderare la scelta di rafforzare la rete dei centri di permanenza per i rimpatri che si confermano sempre più luoghi di segregazione e discriminazione. I Cpr sono luoghi dove la sfera dei diritti dei migranti reclusi viene illegittimamente compressa, e non intende prevedere al contrario il loro superamento in favore di un sistema di accoglienza diffusa- si legge nell’interrogazione- Lo Stato ha il dovere di preservare la dignità umana specialmente in quei luoghi, come lo sono i Cpr, in cui le persone vengono private della libertà personale pur non avendo commesso nessun reato ed è compito di chi gestisce i centri garantire e fornire adeguata assistenza sanitaria, psicologica e legale. Questa vicenda del Cpr in Basilicata  si aggiunge a quanto già emerso nei Cpr di via Corelli a Milano e di Gradisca, in Friuli, a dimostrazione di come il sistema di detenzione amministrativa, consegnato peraltro agli interessi privati, sia composto da luoghi di segregazione e discriminazione, spazi fuori dal diritto».

Secondo quanto emerso finora i migranti venivano imbottiti a loro insaputa di Rivotril, farmaco antiepilettico e di altri e le indagini hanno accertato che la pratica di minacciare i migranti per ottenere che assumessero i farmaci era diffusa e induceva, alcuni migranti, ad uno stato di prostrazione con menomazione della dignità umana e lesione della libertà morale; almeno 35 persone sarebbero state maltrattate, con un consumo abnorme di Rivotril, come il Valium.

«È emerso anche il mancato rispetto delle previsioni stabilite dall’appalto- continua l’interrogazione- con un profitto di oltre 300 mila euro generato da una gestione al di sotto degli standard delle ore di servizio di medici e infermieri mentre in un altro filone dell’inchiesta della magistratura è emerso un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale per i contenziosi per il rimpatrio, con parcelle, in un caso, anche di 700 mila euro, liquidate dallo Stato ad un solo studio legale; per gli investigatori, la società Engel che ha avuto in gestione il centro dal 2018 al 2022, è riconducibile alla società Martinina che gestiva a Milano il Cpr di via Corelli, sequestrato a dicembre 2023, e oggetto di un’inchiesta della procura di Milano per violazioni dei diritti umani e diverse opacità nella gestione e nei servizi forniti».


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