Dallo Sportwashing all’Expowashing

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L’ Arabia Saudita vuole un posto nel mondo. Non un posto qualunque, un posto da protagonista. Aspirazione del tutto legittima per qualunque paese. Essere influenti significa condizionare le scelte strategiche del pianeta per il presente e per il futuro . Contare.
L’ esatto contrario di ciò che ha prodotto in passato la politica coloniale europea, interessata solo a trarre beneficio dallo sfruttamento dei paesi occupati.
Il riscatto posa su basi solide: i giacimenti di petrolio e di gas che hanno reso dipendente dall’ Arabia Saudita un bel pezzo di occidente.
Giochi invernali asiatici (sì, avete letto bene: giochi invernali), Mondiali e Supercoppa di calcio, Expò. E molto altro soprattutto in tema di eventi sportivi. Prossimo obiettivo, conquistato il calcio, sarà allargare lo sguardo sul tennis.

Credo, sinceramente, che fosse impossibile per Roma competere davvero con Riyadh, al di là dei tradimenti in sede di votazione lamentati dall’ Italia. L’ esperienza nel campo degli eventi sportivi tracciava chiaramente anche il percorso dell’ Expo. Per la prima volta, per esempio, in fatto di assegnazione di Mondiali, non c’è stata votazione. La Fifa li ha assegnati all’ Arabia Saudita per il ritiro dell’ altro candidato, l’Australia. Vittoria per manifesta superiorità. Come per l’Expo, malgrado la votazione formale. Come si può competere con il fiume di denaro che dal sottosuolo confluisce ovunque? Impossibile.
In molti guardano all’ Arabia Saudita con interesse. C’è chi ne tesse le lodi. Certo, hanno tecnologia, progetti, addirittura stanno già pensando a cosa fare quando il petrolio sarà finito. E magari ci sorprenderanno. Ma in pochi si soffermano sulla vera ragione di questa spropositata ambizione: far parlare di altro, evitare cioè che l’occidente democratico, che vanta i suoi valori, si soffermi su un semplice elemento: l’assenza di democrazia. Perché in Arabia Saudita la democrazia è la grande assente.
Amnesty International denuncia 300 esecuzioni dal 2022. Pena capitale comminata con processi farsa; oppositori eliminati; lunghi anni di carcere a chi si espone con un semplice post. Diritti umani calpestati, giornalisti fatti a pezzi. Qualcuno ricorda ancora Khashoggi? E le frustate come pena per un sistema giudiziario che si ispira solo alla Sharia?

In Arabia Saudita non si vota. Vige una monarchia totalitaria che impone le sue decisioni senza alcun dibattito. Decide e basta. Ma davvero sono dettagli trascurabili questi? Ma davvero il mondo occidentale, con i suoi valori conclamati e sempre più spesso richiamati, può fare finta di niente in cambio di soldi? E la guerra in Yemen, i morti ignorati che ha provocato e che provoca? Le armi vendute all’ Arabia Saudita che ha sparato ai suoi confini persino ai profughi che cercavano salvezza?
l’Arabia Saudita non può essere un modello per le democrazie occidentali, a meno di segrete e inconfessabili aspirazioni. È stato sottovalutato lo Sportwashing. Attenzione almeno a non sottovalutare l’Expowashing.

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