La storia e la cronaca: perché le trame di depistaggi e macchine del fango riguardano tutti noi

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In Basilicata una due giorni dedicata all’ultimo libro di Paolo Borrometi

L’esempio di chi ci ha preceduto e non è più con noi cammina sulle nostre gambe e vive attraverso la nostra voce. Giovanni Spampinato, ammazzato nel 1972 a Ragusa (dove i traffici tra neofascismo e mafia, che lui raccontava, per molti ‘’non esistevano’’); Marco Lucchetta, Alessandro Ota, Dario D’Angelo, uccisi nel 1994 a Mostar mentre raccontavano il tributo di sangue dei bambini in quella immane tragedia chiamata guerra che si consumò nei Balcani; Mario Paciolla, trovato impiccato in Colombia nel 2020 in circostanze mai chiarite. Sul caso Articolo 21 sta portando avanti una mobilitazione per opporsi alla richiesta di archiviazione che  confermerebbe l’ipotesi del suicidio. Julian Assange, che si trova in un carcere di massima sicurezza per aver operato affinchè tutti i cittadini potessero conoscere la verità.

Sono alcuni dei nomi e delle storie ricordate in Basilicata in una due giorni promossa dall’associazione Giovane Europa che ha visto la presenza di tanti giornalisti, rappresentanti istituzionali, associazioni.  Il motivo: la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Borrometi ‘’Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana”’’, nelle tappe di Matera e Latronico. Le iniziative sono state organizzate in collaborazione, rispettivamente, con la Fondazione Sassi e il Comune di Latronico.

‘’Se fossi un apolide mi piacerebbe che la mia terra fosse la Basilicata, che è una terra incredibilmente ospitale’’. Ha esorditocosì a Latronico Borrometi, presidente di Articolo 21, prima di entrare nel merito dei tanti motivi che lo hanno spinto a cristallizzare in un libro un lavoro di ricerca e inchiesta durato anni, in cui racconta perchè la ricerca della verità sia questione che riguarda tutti, soprattutto quella terra di mezzo che spesso esiste tra il bene e il male, fatta di indifferenza e qualunquismi, di inerzia e ignoranza.

‘’Una delle cose che ho maggiormente patito nella mia vita, ancora più delle minacce, è stato l’isolamento- ha spiegato Borrometi- E mi sono reso conto, vivendolo sulla mia pelle, che andare oltre e uscire dal grigiore significa ‘’andarsela a cercare’’. Quante volte me lo sono sentito dire’’.

‘’Le verità che ancora mancano riguardano tutti noi. I cittadini hanno il diritto di sapere, perché solo con la conoscenza saremo liberi di decidere da che parte stare. Certo, da una parte c’è il bene e da una parte c’è il male ma la parte più pericolosa è quello che c’è in mezzo. Nel mezzo si nasconde quella strategia complessiva che alimenta i depistaggi e che nacque in Sicilia con la prima vera strage di Stato, quella del 1 maggio 1947, a Portella della Ginestra. Una storia su cui, ancora oggi, vige il segreto di Stato’’.

‘’Non è un libro di storia ma è un libro di cronaca perché parla anche dell’oggi- ha detto il Presidente della FNSI Vittorio Di Trapani, presente alla due giorni-  Tuttora sono in azione depistatori e professionisti del fango e lo sono anche nei confronti di chi, come Paolo, denuncia, di chi racconta. In questi anni hanno più volte tentato un’operazione tipica nei confronti di chi ha denunbciato le mafie: il primo tentativo è deligittimare per far venire meno la forza di quella denuncia. E’ facile arrivarci sempre dopo. Io chiedo a tutti di arrivarci un attimo prima’’.

Mariapaola Vergallito

Foto: associazione Giovane Europa

‘’Una delle cose che ho maggiormente patito nella mia vita, ancora più delle minacce, è stato l’isolamento- ha spiegato Borrometi- E mi sono reso conto, vivendolo sulla mia pelle, che andare oltre e uscire dal grigiore significa ‘’andarsela a cercare’’. Quante volte me lo sono sentito dire’’.

‘’Le verità che ancora mancano riguardano tutti noi. I cittadini hanno il diritto di sapere, perché solo con la conoscenza saremo liberi di decidere da che parte stare. Certo, da una parte c’è il bene e da una parte c’è il male ma la parte più pericolosa è quello che c’è in mezzo. Nel mezzo si nasconde quella strategia complessiva che alimenta i depistaggi e che nacque in Sicilia con la prima vera strage di Stato, quella del 1 maggio 1947, a Portella della Ginestra. Una storia su cui, ancora oggi, vige il segreto di Stato’’.

‘’Non è un libro di storia ma è un libro di cronaca perché parla anche dell’oggi- ha detto il Presidente della FNSI Vittorio Di Trapani, presente alla due giorni-  Tuttora sono in azione depistatori e professionisti del fango e lo sono anche nei confronti di chi, come Paolo, denuncia, di chi racconta. In questi anni hanno più volte tentato un’operazione tipica nei confronti di chi ha denunbciato le mafie: il primo tentativo è deligittimare per far venire meno la forza di quella denuncia. E’ facile arrivarci sempre dopo. Io chiedo a tutti di arrivarci un attimo prima’’.

Mariapaola Vergallito

Foto: associazione Giovane Europa


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