Una marcia di avvicinamento verso la repubblica autoritaria di Ungheria o Polonia

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Genio o mediocrità? Nè l’uno, nè l’altra.
Chi vuole davvero capire la natura, la matrice, le modalità comunicative della presidente Meloni, deve semplicemente guardare e riguardare il comizio tenuto al raduno dell’estrema destra franchista in Spagna.
Ritroverete tutta la retorica della radici identitarie, delle piccole patrie, dell’odio verso differenze e diversità, il tentativo di aizzare i penultimi contro gli ultimi, là mitologia della destra sovranista che guarda a Trump, a Putin, a Orban, a Bolsonaro , a Bannon che non riesce a prendere le distanze dai fascismo del secolo scorso.
Non sognano la “marcia su Roma ”, ma una marcia di avvicinamento verso la repubblica autoritaria di Ungheria o Polonia.
Quando annunciano la prossima conquista della Rai, che già controllano ampiamente, dichiarano  il loro vero obiettivo : cambiare la “narrazione” della storia presente e passata. Per questo faranno persino impallidire il ricordo dell’editto bulgaro. Questa sarà la parola chiave.
Cambiare il racconto la significa, come è accaduto nelle scorse ore, nascondere le responsabilità dei fascisti nelle leggi razziali, nelle deportazioni, nei rastrellamento, nel delitto Matteotti, nella cancellazione di ogni libertà.
Cambiare la narrazione significa colpire la scuola pubblica, considerata un  luogo dove ancora si insegna la Costituzione, oppure mettere al bando persino  gli Amadeus o i Morandi , rei di aver dato la parola a Benigni davanti a Mattarella.
Cambiare la narrazione significa anche ricordare la nascita dei fasci di combattimento, accadrà oggi a Nettuno, oppure restaurare la par condicio nella toponomastica , dedicando una via a Enrico Berlinguer, fiero antifascista, e una al firmatario delle leggi razziali, Giorgio Almirante.
Cambiare la narrazione significa cacciare i migranti, ma fingere di condividere  le parole di Francesco, oppure difendere i bambini delle famiglie omogenitoriali, ma condannare all’inferno quelli che arrivano sui barconi oppure vivono in carcere con le madri condannate.
Modificare la narrazione mediatica significa trasformare in una vittoria l’ennesima batista rimediata in Europa, nella speranza che nessuno se ne accorga.
L’obiettivo finale, sarà bene non farsi distrarre , sarà sempre quello di cancellare la matrice antifascista della Costituzione e trascinare l’Italia verso altri lidi, nelle prossimità di Orban.
Naturalmente questo piano e, anche la modifica della narrazione, incontrano e incontreranno un limite quasi insuperabile nel principio di realtà.
L’irrisolta questione sociale, la povertà crescente, l’assalto allo stato sociale, l’odio per i diritti degli altri e delle altre, riguardano milioni e milioni di cittadine e di cittadini.
Crescono rabbia e frustrazione, cresce una opposizione sociale che precede quella politica.
Nessun trucco mediatico, nessun espediente retorico potrà mutare la percezione popolare, forse potrà ritardarla, ma non riuscirà a cambiare lo stato delle cose.
In quel momento la narrazione sarà travolta dalla realtà e anche i cantori della nuova narrazione finiranno travolti  dalle loro stesse menzogne.


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