La seconda vita di Gladio apre scenari inediti sui casi Alpi e Falcone. Il reportage di Tpi e le reazioni

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Una serie di documenti inediti rivelano la seconda vita di Gladio. Ci sono nuove ombre sui casi Alpi e Falcone. Ne scrive su The Post Internazionale Andrea Palladino. Secondo gli elementi ora disponibili “l’organizzazione militare segreta creata dalla Cia e dai Servizi italiani è stata ufficialmente smantellata nel 1990. Ma oggi un dossier inedito visionato da TPI racconta tutta un’altra storia”.
Si legge, tra l’altro nell’articolo “TPI ha potuto consultare buona parte delle 190mila pagine degli archivi ufficiali di Gladio, declassificate con una direttiva del presidente del Consiglio Mario Draghi il 2 agosto 2021. Non è una data qualsiasi, ma un simbolo. Era il quarantunesimo anniversario della strage di Bologna, nella quale, nel 1980, morirono ottantacinque persone. Fu l’episodio più sanguinoso della storia dell’Italia repubblicana, inserito nella lunga scia di sangue della strategia della tensione. I Servizi segreti, militari e civili, ebbero un ruolo da depistatori e, di fatto, di complici degli eversori neofascisti che materialmente misero l’esplosivo nella sala d’aspetto della stazione di Bologna. I familiari, molti magistrati e giornalisti hanno sempre avuto un dubbio: Gladio ha avuto un ruolo nei misteri e nelle stragi italiane? Il percorso per arrivare alla verità è ancora lungo, ma qualche luce si inizia ad intravedere”.
Qui il link del reportage pubblicato questa mattina https://www.tpi.it/politica/gladio-seconda-vita-dopo-1990-documenti-esclusivi-20230331997126/

Sui nuovi elementi emersi è intervenuto il Presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani. “Il lavoro di inchiesta di Andrea Palladino, pubblicato su TPI, su una struttura segreta nata in continuità con Gladio è prezioso. Questi nuovi documenti aprono spiragli di luce su alcune zone d’ombra ancora esistenti nella storia del nostro Paese. Si tratta di elementi inediti dei quali – come parte offesa nel processo per l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – chiederemo l’immediata acquisizione da parte della Procura di Roma affinché siano debitamente approfonditi per arrivare – mi auguro – dopo quasi 30 anni alla verità”, scrive Di Trapani.
“Le nuove documentazioni sull’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a 29 anni dal’agguato, pubblicate da Tpi e curate da Andrea Palladino, ripropongono nuove inquietanti domande su depistaggi, omissioni, bugie, sul ruolo di Gladio e dei servizi più o meno deviati. Ancora più grave è il fatto che ogni nuova rivelazione venga dai cronisti, oggi Palladino, ieri  Chiara Cazzaniga che sveló le bugie che avevano portato  in carcere, da innocente, Hashi Omar Hassan. Altro che archiviare! Sarà il caso che il Parlamento riapra la discussione, pretenda ogni documento e che sia dato nuovo impulso alle inchieste, magari coinvolgendo quel Tribunale di Perugia che non aveva esitato a indicare i depistaggi e i tradimenti”, afferma Giuseppe Giulietti, coordinatore Articolo 21

Sulla vicenda è stata annunciata una interrogazione al Governo e al Copasir da parte del senatore del Pd, Walter Verini.  

“Il servizio pubblicato oggi dal giornale TPI, che squarcia e disvela un quadro agghiacciante, legato all’operato, per lungo tempo, di una struttura segreta parallela allo Stato ufficiale, ( una struttura che avrebbe raccolto – con complicità anche di altissimo livello istituzionale e di settori degli stessi servizi segreti – la oscura attività di Gladio) richiede un immediato intervento del Governo e del Parlamento. – dice Verini -Questa struttura, secondo la documentata ricostruzione del giornale, potrebbe avere avuto ruoli perfino in alcune delle pagine più oscure e sanguinose della storia, come la guerra contro il magistrato antimafia Falcone, poi ucciso nell’attentato di Capaci e come l’omicidio in Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.  -prosegue – Presenteremo una immediata interrogazione al Governo e chiediamo che anche il Copasir si attivi subito. La ricostruzione del giornale, ripetiamo, svela un quadro agghiacciante che impone chiarezza e trasparenza. Ancora una volta si conferma come ferite drammatiche che hanno insanguinato la storia dell’Italia siano state prodotte da criminalità organizzata e mafie, da terrorismo in particolare della destra estrema, da pezzi e complicità di settori dello Stato, anche ad alti livelli”.


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