Giornalista del Bangladesh rischia fino a sette anni di carcere 

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Arrestato in piena notte nella sua abitazione, da quindici agenti in borghese. È successo il 29 marzo a Shamsuzzaman Shams, corrispondente del quotidiano del Bangladesh “Prothom Alo”.  Shams sarebbe indagato per violazione della Legge sulla sicurezza informatica a seguito della denuncia di un esponente politico, Golam Kibria, leader della Lega Jubo, il movimento giovanile della Lega Awami, il partito al potere. 

Kibria accusa Shams di aver pubblicato “notizie false” in un post apparso sul profilo Facebook di “Prothom Alo” sull’aumento dei prezzi e di aver anche utilizzato un’immagine errata che lo collegherebbe al tema dello sfruttamento del lavoro minorile. Foto e post, peraltro, erano stati subito cancellati e sostituiti, sia sulla piattaforma che sul portale di “Prothom Alo”, con tanto di errata corrige. 

I cinque capi d’accusa, contenuti nella Legge sulla sicurezza informatica, contestati a Shams sono: pubblicazione o trasmissione di notizie false, offensive o minacciose; raccolta o uso non autorizzati di informazioni sull’identità personale; pubblicazione o trasmissione di informazioni offensive; pubblicazione o trasmissione di contenuti che minacciano la legge e l’ordine; infine, favoreggiamento di un reato. 

Se giudicato colpevole, per i primi quattro capi d’accusa Shams rischia fino a sette anni di carcere, per il quinto la pena prevista per il reato che avrebbe favorito.


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