Giornalismo sotto attacco in Italia

Ancora minacce a Marco Omizzolo. Le parole di uno dei condannati del caso Fondi: “Sono qui per te”. Potenziata la protezione

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Ancora una grave minaccia al sociologo e giornalista Marco Omizzolo, che da anni segue il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori agricoli. Aldo Trani, uno dei principali imputati del processo Damasco insieme ai fratelli Tripodo e condannato in via definitiva per il cosiddetto caso-Fondi, ha pronunciato frasi minatorie nei confronti di Omizzolo nel corso di una recente manifestazione che si è tenuta a Fondi. E per questo motivo il comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza di Latina ha disposto un innalzamento della sorveglianza personale. L’episodio si è verificato nel pomeriggio del 3 settembre alla fine di una manifestazione di Legambiente nel corso della quale è stato presentato l’ultimo libro di Marco Omizzolo, «Per motivi di giustizia», coordinato da Angela Iannone, in località Mola della Corte-Settecannelle nell’ambito della rassegna «Estate Vivi i parchi del Lazio». Aldo Trani, definito in atti giudiziari come «noto pregiudicato» ha assistito a tutto il dibattito tra il pubblico e qualcuno lo aveva riconosciuto sin dal primo momento. Alla fine della presentazione Trani si sarebbe presentato all’autore per il «firmacopie» e gli avrebbe detto: «Io sono qui per te… ti sei dimenticato di dire che la libertà è un privilegio per pochi e che può essere tolta in qualunque momento». Omizzolo è stato anche autore, nel 2021, del libro «La Quinta Mafia», con prefazione dell’ex Capo della Procura Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e postfazione del presidente Eurispes Gianmaria Fara, che riassume in un ampio capitolo il processo Damasco e gli altri risvolti del condizionamento mafioso avvenuto a Fondi, come riportato nelle sentenze divenute definitive. In quel processo Aldo Trani è stato uno dei principali imputati insieme ai fratelli Carmelo (deceduto) e Venanzio Tripodo. Come si sa gli investigatori risalirono a lui seguendo il cognato Bouzan Hassan, un siriano da cui fu tratto il nome dell’indagine.
(Nella foto Marco Omizzolo)


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