Israele: incendio doloso

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Suona il campanello di casa in un’ora insolita. Tutta la famiglia è dentro e non si sa chi possa essere. Risuona nervosamente. Il padre va ad aprire. Ci sono soldati e un tizio che con fare concitato vuole consegnare un foglio di sfratto, dove c’è scritto che tutti devono andare via, perché quella casa 70 anna prima era di un ebreo. Immaginate di essere quel palestinese a cui gli israeliani hanno intimato il rilascio con questa brutalità. E senza neanche il pudore di ricordare che hanno cacciato dalle loro case moltissimi palestinesi, a cui continuano a rubare territorio con gli insediamenti illegali. La rabbia sarebbe più che comprensibile. E tutta la comunità internazionale sarebbe disposta ad appoggiare la loro resistenza se fosse non-violenta e lucida. Ma purtroppo le disgrazie non vengono mai da sole. E così i palestinesi, oltre alle prepotenze israeliane, debbono subire anche l’errore del lancio dei missili da parte di Hamas.

Mossa su cui gli israeliani oltranzisti contano sempre, per professarsi aggrediti e legittimati a bombardare la Striscia di Gaza. In mezzo a questi due fronti estremisti, c’è chi lotta per la convivenza. Ma ogni volta che si apre uno spiraglio di trattato, c’è sempre chi provoca l’incendio doloso. La pace verrà solo con due stati, ma Israele è troppo forte per accettare questa soluzione. E non ha neanche interesse a farlo, visto che si può annettere, un morso alla volta, quel che resta dei Territori Palestinesi, contando sull’indifferenza delle superpotenze. Che anche ora, emettono comunicati di condanna delle violenze così formali, da essere un incitamento implicito alla loro prosecuzione.

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