Un errore o una trovata? Il caso della pubblicità sessista nel Salento

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Se lo scopo era il “purché se ne parli”, non v’è dubbio sia stato raggiunto a ufa e col resto di due. Del resto il marketing talvolta ha ragioni che la ragione proprio non conosce…

Sicché una ditta di pulizie del sud Italia (Lizzanello in provincia di Lecce), è diventata in meno di 24 ore, pietra di scandalo e rimpalli, Elena di Troia di polemiche feroci a causa delle frasi e delle immagini che in uno slogan pubblicitario sui servizi offerti dalla stessa ditta, richiamano alla donna anzi alla femmina.

Quel “ve la diamo gratis” con tanto di signorina in tenuta da colf succinta, ha scatenato un vespaio di reazioni da parte di associazioni impegnate in tematiche di genere, istituzioni e semplici cittadini ma è pur vero (Sic!) che claim e foto hanno fatto il giro del web, d’Italia e degli organi di informazione.

Fatto di proposito? Chi può dirlo.

Vien da pensarlo davanti alla risposta, altrettanto irritante, della ditta stesso (sconosciuta ai più fino a ieri):  «Ci dispiace per il fraintendimento dovuto alla cattiva interpretazione del nostro messaggio pubblicitario, che voleva essere solo motivo di un sano sorriso e non un attacco sessista, tanto è vero che è stato creato da un grafico “donna” e che la SGS dispone di personale quasi totalmente “donna”.Una cosa è il sessismo, lo stalking, la violenza di genere che da sempre condanniamo e combattiamo anche attivamente, altra cosa è l’ironia che contraddistingue gli uomini e le donne liberi».

Questo hanno detto gli interessati. E cosa sia più imbarazzante, tra lo slogan e la difesa d’ufficio, è tenzone assai difficile.

Il comune di Lizzanello, dove ha sede legale l’azienda, ha preso le distanze annunciando un nuovo regolamento comunale sulle affissioni: “FUORI DA LIZZANELLO !Una pubblicità sessista oggi ha disturbato la consueta quiete che contraddistingue le domeniche pomeriggio della nostra comunità. Un bizzarro richiamo alla donna, come archetipo retrogrado di genere sottomesso. Di fatto, un errore ha richiamato Lizzanello quale località di appartenenza della società che ha sfruttato lo slogan sessista per il proprio business. Lizzanello ne è solo la sede legale, la compagine, per fortuna, è altrove. Ad ogni modo Lizzanello e Merine non si tirano indietro e saranno sempre presenti per parteggiare contro le ingiustizie e combattere per una buona causa e questa di certo lo è! Invocando la “Raccomandazione CM/Rec(2019)1 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla prevenzione e la lotta contro il sessismo (adottata dal Comitato dei Ministri il 27 marzo 2019, in occasione della 1342e riunione dei Delegati dei Ministri) scriveremo un regolamento comunale che ispirato al rispetto dei principi fondamentali escluderà dalla negoziazione privata col comune le imprese che si siano negativamente distinte per comportamenti sessisti, discriminatori e razzisti, oltre a negare ogni forma di affissione pubblicitaria di natura sessista”.

*Fabiana Pacella, portavoce Articolo21 Puglia


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