Assange rischia 170 anni di carcere per spionaggio. Sit-in all’Ambasciata Usa per dire no all’estradizione

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Domani mattina l’Associazione “Articolo21” parteciperà al sit in davanti all’ambasciata degli Stati Uniti promosso da “Italiani per Assange”. Sarà presente il presidente dei garanti Vincenzo Vita. Riteniamo giusto e doveroso esserci. Il caso terribile del fondatore di WikiLeaks ci interpella sullo stato di degrado della libertà di informazione. Domani, infatti, comincia la fase dibattimentale nel tribunale speciale di Londra sulla richiesta di estradizione di Assange negli Stati Uniti. Lì rischia una condanna a 170 anni di carcere per l’accusa di spionaggio, secondo una legge del 1917. È un precedente pericolosissimo. Se svelare i crimini di guerra in Iraq o in Afghanistan, ovvero l’opera di sorveglianza dei servizi segreti americani su capi di stato e di governo (persino alleati) nonché su semplici cittadini è classificato come spionaggio, si infligge un colpo durissimo al diritto di cronaca e di inchiesta. Tutto questo rientra in una tendenza chiara: colpire la libertà di espressione, mettere bavagli repressivi, colpire -anche fisicamente- chi osa mettere il naso negli affari dei potenti. Questi ultimi, invece, possono tranquillamente girare per il mondo, tenendo lucrose conferenze. Insomma, il bene e il male si rovesciano? Assange può stare simpatico o meno. Ma la posta in gioco è questa. Facciamo appello al governo e al parlamento di condurre subito i passi diplomatici necessari, raccogliendo le raccomandazioni delle Federazioni della stampa italiana e internazionale. Noi ci siamo e non ci guardiamo dall’altra parte.

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